Salento, è allarme meduse sullo Ionio: cosa succede e rischi
In Puglia scatta l'allarme meduse: sono arrivate tante segnalazioni da parte dei bagnanti che popolano le spiagge della costa ionica del Salento
Allarme meduse sullo Ionio: la costa salentina si è popolata di diversi esemplari di questo animale planctonico, rendendo persino difficile l’ingresso in acqua dei bagnanti.
Sono arrivate diverse segnalazioni della presenza di esemplari di Pelagia noctiluca, il nome scientifico che appartiene alla medusa luminosa. Le segnalazioni giungono dall’intera costa della provincia di Lecce. Il tam tam tra i bagnanti è bastato per ridurre drasticamente il numero delle persone che volevano entrare in acqua durante le prime settimane del mese di giugno.
Allarme meduse in Salento
Alcuni stabilimenti hanno provato a correre ai ripari, tentando di liberare i tratti di mare dalle meduse utilizzando le barchette di salvataggio con a bordo bagnini armati di retino. I tentativi però, sono risultati praticamente vani: il numero di meduse presenti in acqua è davvero spropositato e i bagnini si sono ritrovati avanti un mare tappezzato da questi esemplari.
La situazione è molto complicata: le persone hanno paura a entrare in acqua perché basta il minimo contatto con i lunghi tentacoli urticanti della medusa per riportare delle forti irritazioni sulla pelle. Gli esperti, però, hanno voluto tranquillizzare i proprietari degli stabilimenti e tutti i bagnanti: secondo i biologi, il fenomeno che sta colpendo la costa salentina, pur essendo raro, è anche naturale e ciclico e destinato a finire.
La presenza delle meduse è di per sé molto irregolare e negli ultimi anni è stata favorita dall’aumento generale delle temperature. In particolar modo quest’anno l’estate è arrivata in leggero anticipo rispetto alla consuetudine: il riscaldamento anticipato dell’acqua potrebbe aver favorito il proliferare delle meduse. Il fenomeno, comunque, sembra destinato a sparire presto: gli osservatori ritengono che come è arrivato, così finirà con il mutare delle correnti marine della costa ionica-salentina.
Ferdinando Boero, insegnante di Zoologia all’università degli studi Federico II di Napoli e uno dei massimi esperti internazionali di meduse, come riferito da Repubblica.it, ha osservato che la diminuzione delle popolazioni di pesci causata dalla pesca industriale, ha lasciato più spazio alle meduse che si nutrono degli stessi microrganismi che mangiano le larve dei pesci, all’inizio del ciclo biologico.
Secondo il professore della Federico II di Napoli, una delle migliori università per la ricerca in Italia, Il meccanismo di comparsa delle meduse coinvolge in modo particolare i canyon sottomarini del Mediterraneo occidentale e dello Ionio: le acque profonde risalgono in superficie e tendono ad andare verso le coste, a causa dei venti e delle correnti. Così le acque spingono le meduse verso le spiagge.
L’invasione delle meduse in Italia
Il 2022 sembra un anno caratterizzato da una vera e propria invasione di meduse in Italia: la massiccia presenza di questi esemplari nei mari del nostro Paese è favorita dall’innalzamento delle temperature. Secondo gli esperti, però, tale fenomeno è anche indice di diversi problemi, su tutti una perdita in termini di biodiversità dell’ecosistema marino.
Durante il mese di aprile a Trieste si era verificato un bloom di meduse: l’evento si era verificato anche nella primavera dell’anno precedente. In base a quanto riferito dagli esperti della sezione di Oceanografia dell’OGS, ad aver favorito la massiccia aggregazione delle meduse sarebbe stato il vento che avrebbe rimescolato le acque del golfo di Trieste.
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