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Scatta un nuovo allarme ciliegie a Milano: cosa sta succedendo

A Milano è scattato l'allarme ciliegie, con i prezzi saliti alle stelle, arrivando a sfiorare quota 20 euro al chilo: i motivi degli aumenti

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Cassetta di ciliegie

Salgono ancora i prezzi delle ciliegie, soprattutto a Milano, dove sono arrivate a costare anche fino 20 euro al chilo: e Coldiretti lancia l’allarme per il calo della produzione dal 50-60%.

Ciliegie, prezzi alle stelle a Milano

La frutta di stagione può essere cara e le ciliegie, storicamente, sono tra le più care in assoluto: quanto sta succedendo quest’anno, però, supera anche le peggiori previsioni. A Milano, chi ha provato ad acquistare ciliegie, si è ritrovato davanti a cartellini con prezzi esorbitanti: praticamente mai sotto i 10 euro al chilo, molto spesso 15 euro al chilo e in diverse occasioni anche vicini a quota 20 euro.

L’aumento dei prezzi segue le leggi del mercato: al momento l’offerta di ciliegie è bassa, a fronte di una domanda maggiore dato il periodo dell’anno. A questi due fattori vanno aggiunti anche l’incremento dei costi di produzione e la diminuzione della raccolta a causa dei cambiamenti climatici: di fronte a uno scenario del genere, era inevitabile che il prezzo finale per i consumatori salisse alle stelle.

Produzione dimezzata: l’allarme di Coldiretti

Sulla questione è intervenuta Coldiretti di Puglia, una delle regioni con la più alta produzione di ciliegie, basti pensare che nella provincia di Bari, tra Turi e Conversano, si coltiva il 40% di tutta la produzione nazionale: l’associazione ha spiegato che il caldo anomalo primaverile ha fatto “incantare” i fiori degli alberi da ciliegio, rendendo improduttive le gemme e dimezzando praticamente la produzione delle pregiate Ferrovia.

Di fronte al brusco calo produttivo, gli agricoltori pugliesi hanno dovuto fare i conti anche con l’incremento dei costi di produzione: il rischio, molto concreto, è che il mercato, già condizionato dall’inflazione, venga invaso da prodotti di provenienza estera, con ripercussioni negative per i coltivatori locali.

In una nota pubblicata sul proprio sito ufficiale, Coldiretti di Puglia ha manifestato la necessità di ricostruire la filiera, rendendola in grado di valorizzare e preservare le ciliegie:

“È necessario ricostruire una vera e propria filiera che sia in grado di valorizzare il prodotto anche attraverso una caratterizzazione territoriale della produzione, con la creazione di un Marchio che valorizzi le caratteristiche organolettiche della ciliegia e le capacità di produzione da parte degli operatori del settore, un marchio come la I.G.P. che possa essere riconosciuta dal consumatore, per rendere competitiva una coltura tradizionale e tipica della Puglia”.

La posizione di Confagricoltura

Al momento la quantità di produzione delle ciliegie in Italia sta lasciando molto a desiderare, con i volumi di raccolta che sono praticamente dimezzati: lo stesso, però, non si può dire della qualità, che resta altissima per una delle tante eccellenze italiane.

Riguardo alla qualità delle ciliegie si è espresso il presidente di Confagricoltura Luca Lazzàro: “I mercati internazionali sono esigenti e richiedono prodotti di alta qualità, con caratteristiche specifiche come pezzatura generosa, colore omogeneo ed eccellenti proprietà organolettiche – si legge sul ‘Corriere della sera – è fondamentale puntare sempre di più sulla qualità per garantire successo commerciale e ripagare gli investimenti degli imprenditori agricoli. Mantenere standard elevati non è facile, ma il ritorno è sostanziale, i mercati sono disposti a pagare il giusto prezzo per avere accesso a prodotti di eccellenza provenienti dalla nostra terra”.