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Un foro profondo 270 metri sull'Adamello per leggere il passato

Al via la missione sull'Adamello: un foro di 270 metri del ghiacciaio Mandrone permetterà di studiare la storia del clima degli ultimi 300 anni

Adamello ghiacciaio Mandrone

Parte la spedizione sull’Adamello per studiare il ghiacciaio del Mandrone, capire com’è cambiato il clima nel corso dei secoli e qual è stato l’impatto dell’uomo sulle Alpi Centrali.

Il progetto si chiama Ada 270 e prevede la perforazione di 270 metri di ghiaccio: a capo della missione c’è Valter Maggi, geologo e docente di Geografia fisica e Geomorfologia che coordinerà il team scientifico

Una volta allestito il campo base e completati i lavori preliminari sull’Adamello, montagna delle Alpe Retiche meridionali in provincia di Brescia, inizierà la perforazione del ghiacciaio che durerà circa tre settimane. Verrà estratta una carota di ghiaccio destinata ai ricercatori dell’Università Bicocca di Milano che la analizzeranno per ricostruire gli ultimi 200-300 anni di storia climatica e ambientale delle Alpi.

Un foro di 270 metri per studiare il ghiacciaio del Mandrone sull’Adamello

Mai, prima d’ora, sono stati perforati 270 metri di ghiaccio. Gli uomini all’opera sui tremila metri di altezza dell’Adamello saranno otto: tre ricercatori dell’Università Bicocca, inserita nella top 10 di migliori posti dove lavorare in Italia, altri tre dell’istituto svizzero Paul Scheerer e due guide alpine.

Al campo verranno usate tende come nelle spedizioni alpinistiche: una sarà utilizzata per la perforazione e lì sarà alloggiata la sonda collegata alla zona di ricovero delle casse con la carota di ghiaccio prelevata. Sarà un grande laboratorio a celo aperto: durante la fase di estrazione, gli uomini al lavoro saranno in contatto con il campo base: sono previsti anche collegamenti quotidiani con le scuole, con le università, con gli istituti di ricerca e con i mezzi di informazione.

Le perforazioni avverranno di notte così da avere sempre la temperatura ideale. Dopo tre settimane, l’archivio di ghiaccio verrà trasferito all’Università Bicocca di Milano nel laboratorio sotterraneo EuroColdLab, uno dei pochi centri di tutta Europa dove si possono simulare le condizioni di un ghiacciaio fino a 50 gradi al di sotto dello zero.

La carota di ghiaccio sarà studiata in collaborazione con enti di ricerca italiani e stranieri e consentirà di ricostruire la storia di tutto quello che si è depositato sul ghiacciaio, di origine naturale oppure umana. La ricerca permetterà di riprendere anche una serie di tematiche molto importanti connesse al cambiamento climatico delle Alpi, come lo scioglimento del permafrost e l’intensificarsi degli eventi di dissesto.