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I 21 migliori ospedali d'eccellenza in Italia: dove curarsi

Una nuova classifica identifica i 21 migliori ospedali d'eccellenza in Italia, ovvero le strutture lungo la nostra penisola che si contraddistinguono

Pubblicato:

Martina Bressan

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

La sanità italiana rappresenta da sempre uno dei pilastri fondamentali del nostro Paese, un sistema che, pur tra mille difficoltà, continua a garantire cure gratuite e universali a tutti i cittadini. Analizzando la mappa delle strutture sanitarie, però, emergono differenze significative tra le varie aree geografiche. L’Italia, infatti, si conferma divisa in due: con i grandi ospedali d’eccellenza concentrati prevalentemente al Centro-Nord. Secondo l’analisi pubblicata dal Sole 24 Ore sarebbero stati individuati ventuno grandi ospedali italiani che sarebbero definiti “strutture di eccellenza” nella nostra penisola.

I migliori ospedali italiani: dove si trovano le eccellenze

L’articolo pubblicato dal ‘Sole 24 Ore’ parla di 21 “super ospedali” tra pubblici e convenzionati con il Ssn che sarebbero strutture d’eccellenza molto ambite. Di questi ben 12 sono al Nord, 7 al Centro e solo due al sud. Tra i parametri considerati ci sono la complessità dei casi sostenuti, il numero di pazienti provenienti da altre regioni (dati 2023) e la capacità di garantire cure d’eccellenza in discipline specialistiche.

In cima alla classifica spiccano tre giganti lombardi: l’IRCCS Galeazzi – Sant’Ambrogio di Milano, l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano e l’IRCCS San Raffaele di Milano. Il Galeazzi si conferma come l’ospedale italiano che attrae più pazienti da fuori regione grazie alla sua capacità di offrire servizi di alta complessità. Il San Raffaele, invece, è presente anche nella classifica realizzata da Newsweek sui migliori ospedali per specializzazione. Scendendo nella graduatoria, spiccano strutture di altre regioni del Centro-Nord. Tra queste l’ospedale Sant’Orsola di Bologna, centro d’eccellenza per i trapianti, e poi un ospedale veneto, Az. Osp. Universitaria Integrata Verona, a chiudere la Top 5. Nella Top 21 ci sono poi altri due ospedali veneti: l’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria nel veronese e l’Azienda Osp. Università di Padova.

In Toscana sono tre gli ospedali nella top 21: Pisa, Siena e Careggi a Firenze, confermando la regione come uno dei riferimenti per la sanità italiana. Anche il Lazio ha delle eccellenze: il Campus Biomedico di Roma, l’ospedale San Camillo e il Policlinico Gemelli di Roma, che è anche in cima alla classifica ITQF dei migliori ospedali d’eccellenza in Italia. Al Nord compaiono anche l’Azienda ospedaliero universitaria di Alessandria, il San Martino di Genova e l’ospedale Mauriziano di Torino, mentre al Centro viene segnalata l’AOU delle Marche. Purtroppo, il quadro è decisamente diverso per il Sud, dove si distinguono soltanto due strutture tra i ventuno grandi ospedali italiani: l’Azienda ospedaliera dei Colli di Napoli e la Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, in Puglia.

Carenza di personale e riforma del Sistema sanitario nazionale

Questa differenza tra le strutture sanitarie della penisola si traduce in un fenomeno ben noto: la migrazione sanitaria, ovvero lo spostamento di migliaia di pazienti, soprattutto dal Sud, verso strutture di altre regioni. Inoltre, la questione sanitaria si intreccia con un altro tema caldo: la carenza di personale sanitario, in particolare nei pronto soccorso. Su questi temi è intervenuto anche il ministro della Salute Orazio Schillaci che ha parlato di una riforma del Sistema Sanitario Nazionale.

Il ‘Sole 24 Ore’ ha ripreso le sue parole in merito: “Quando parliamo di riforma strutturale del Ssn è chiaro che va fatta, dopo 47 anni deve essere ammodernato rispettando i principi base di universalità e gratuità delle cure. Abbiamo preparato due collegati alla finanziaria, uno che presenteremo a breve e riguarda il riordino delle professioni sanitarie e l’altro sul rafforzamento della rete ospedaliera e della rete territoriale, questo serve per rendere più efficiente il sistema”. Tra le misure previste c’è anche un intervento sul ruolo dei medici di famiglia per rendere più integrato e capillare il sistema sanitario.