Questo sito contribuisce all’audience di

Virgilio InItalia

Xylella, nasce la prima squadra di cani "anti batterio" in Puglia

In Puglia nasce la prima squadra speciale di cani "anti batterio": è composta da sei unità addestrati per riconoscere la Xylella tramite il proprio olfatto

Prima squadra cani anti Xylella

A Fasano, nella masseria San Martino, situata in provincia di Brindisi, è entrata in azione la prima squadra di cani “anti batterio”, addestrati nell’individuazione della Xylella.

La squadra speciale dei cani che rintracciano la Xylella tramite l’olfatto è composta da sei unità: due esemplari di jack russell, un segugio, un labrador retriever, uno springer spaniel inglese e un pastore belga malinois.

Quelli che fanno parte della prima task force cinofila anti Xylella sono cani specializzati nell’individuazione precoce del batterio attraverso l’olfatto: sono addestrati per scovare l’insidiosa malattia che colpisce gli ulivi della Puglia, inserita nella classifica delle Regioni più verdi d’Italia.

Nasce la prima squadra di cani “anti Xylella”

La nascita della squadra speciale è il frutto di un progetto realizzato grazie alla collaborazione tra l’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana (Enci), Unaprol, Coldiretti e CNR-IPSP, l’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante. Il progetto di ricerca si chiama “Addestramento ed impiego di unità cinofile nel rilevamento precoce della Xylella fastidiosa“.

I cani sostengono un lungo percorso di addestramento, al termine del quale sono in grado di identificare le piante infette da Xylella ancor prima della comparsa dei sintomi causati da questo batterio. Il loro utilizzo è di grande aiuto nei controlli all’interno dei vivai ma anche nei punti di entrata delle importazioni di piante dall’estero, come gli aeroporti, i porti e le zone di confine.

La prima fase del progetto, quella iniziale, si è svolta in Salento, zona dove in estate era scattato anche l’allarme punteruolo nero, insetto originario del sud est asiatico che mette a repentaglio le coltivazioni di fichi: sono state testate le capacità delle unità cinofile nel riconoscere la Xylella sia nelle piastre artificiali di coltura che nelle piante di olivo infetti.

I vari protocolli di addestramento selettivo prevedono delle prove studiate al fine di raggiungere un livello di accuratezza del 100% per ciascun grado di avanzamento. La fase iniziale del progetto ha dimostrato che i cani sono in grado di identificare il batterio tramite l’odore specifico.

La formazione della squadra cinofila rappresenta un grande passo in avanti nella salvaguardia degli ulivi, in una Regione come la Puglia che da tempo combatte contro questa specie e dove è stato creato anche un olio da alberi immuni alla Xylella.