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A Somma Vesuviana c'è la Villa di Augusto: l'ipotesi da Tokyo

Villa Augustea di Somma Vesuviana sarebbe il luogo dove è morto l'Imperatore Augusto: l'ipotesi rafforzata dagli archeologi dell'Università di Tokyo

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Villa Augustea Somma Vesuviana

Villa Augustea di Somma Vesuviana: secondo uno studio condotto da parte degli archeologi dell’Università di Tokyo, ci sono sempre più indizi che si tratti della domus dove morì l’Imperatore romano Augusto.

Somma Vesuviana e la Villa di Augusto: l’ipotesi

Sulla morte dell’Imperatore, negli anni sono state avanzate diverse ipotesi. La più accreditata parla di Nola, anche grazie alla vaga indicazione geografica “Apud Nolam” contenuta nel primo libro degli Annali di Tacito.

Per Svetonio l’Imperatore spirò nella sua domus di famiglia che la moglie Livia Drusilla della gens Claudia fece chiudere per non diffondere immediatamente la notizia. Incrociando gli scritti dei due autori, dunque, Augusto sarebbe comunque morto in una villa in Campania: secondo gli archeologi giapponesi, la costruzione in questione sarebbe proprio la Villa Augustea di Somma Vesuviana.

Nel corso di una conferenza stampa andata in scena in Giappone, il team di studiosi dell’Università di Tokyo ha spiegato che “ci sono possibilità molto alte” che il luogo in cui Augusto ha esalato il suo ultimo respiro sia la villa romana di Somma Vesuviana, già da tempo ribattezzata come Villa Augustea.

Le ultime ricerche degli archeologi giapponesi rafforzano l’ipotesi sul luogo della morte di Augusto, in un edificio che ormai da anni viene indicato come legato alla vita del primo imperatore romano. La villa venne scoperta negli anni Trenta: la sua grandezza fece intendere da subito che si trattasse di una proprietà aristocratica o imperiale.

In merito al legame tra Augusto e la villa, Rosalinda Perna, assessore alla Cultura del comune di Somma Vesuviana, si è espressa così: “Stando agli ultimi rilievi gli archeologi hanno ritrovato una struttura più grande, sepolta nella cenere vulcanica dell’eruzione del 79 dopo Cristo – si legge su ‘Repubblica’ – si ritiene che fosse la stanza in cui veniva utilizzata una fornace per far bollire l’acqua per il bagno”.

Da circa vent’anni oggetto di scavi, la Villa Augustea è stata aperta al pubblico di recente nel mese di ottobre del 2023. Visto il grande successo ottenuto durante la sua apertura e alla luce delle ultime scoperte, il sindaco di Somma Vesuviana Salvatore Di Sarno spera di poter organizzare tour guidati tra gli scavi, almeno una volta al mese:

“Ci troviamo di fronte a un monumento molto amato, dai cittadini e non solo – ha dichiarato il primo cittadino – quando l’abbiamo aperto per un giorno, grazie alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Napoli, guidata da Mariano Nuzzo, abbiamo registrato più di duemila visitatori”.

Villa Augustea luogo del cuore FAI

Il sito archeologico della Villa Augustea di Somma Vesuviana è uno dei tanti luoghi del cuore del FAI, il Fondo per l’Ambiente Italiano: si trova sul versante settentrionale del Vesuvio, in un’area che più volte è stata soggetta ai danni provocati dalle eruzioni vulcaniche.

Dopo la scoperta avvenuta negli anni Trenta, alcuni scavi eseguiti da Matteo Della Corte sotto la supervisione di Amedeo Maiuri portarono alla luce i resti di un edificio monumentale. I caratteri monumentali delle costruzioni riportate alla luce, insieme alla loro posizione, sono elementi che hanno favorito l’ipotesi riguardante l’appartenenza della villa all’Imperatore Ottaviano Augusto.