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Venezia, spunta un allevamento di ostriche di 2000 anni fa

Grande scoperta nei pressi di Venezia: nelle acque del comune di Cavallino-Treporti è stato trovato un allevamento di ostriche di 2.000 anni fa

Grande scoperta nei pressi di Venezia: gli archeologi subacquei hanno trovato un allevamento di ostriche risalenti al Primo e Secondo secolo dopo Cristo collegato alla Villa Romana di Lio Piccolo, nel comune di Cavallino-Treporti.

Le indagini sono dirette da Carlo Beltrame, professore associato di archeologia marittima del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, eletta come una delle migliori università per diventare Ceo in Italia. Collabora alle indagini anche la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna.

Scoperte ostriche di 2000 anni fa a Venezia

In seguito alla scoperta, un team interdisciplinare si è messo subito al lavoro per stabilire con maggiore precisione il periodo a cui risale l’allevamento di ostriche. La prima campagna di indagini era andata in scena nel 2021 e aveva consentito di fare luce su alcune strutture murarie e palificate segnalate da Canal a poche decine di metri di distanza dall’argine di Lio Piccolo.

In questa zona il fondale conserva ancora oggi una vasca in mattoni sesquipedali di forma rettangolare: sulla base delle analisi al radiocarbonio, la vasca è databile al Primo e Secondo secolo dopo Cristo.

La struttura dove è stato ritrovato l’allevamento di ostriche di 2.000 anni fa, in età romana, era sommersa e serviva per la conservazione dei molluschi, probabilmente poco prima della consumazione. Le ostriche riemerse dopo secoli e secoli sono eccezionalmente conservate sul fondo della vasca. I molluschi, perfettamente conservati, verranno ora studiati da Davide Tagliapietra di Cnr-Ismar.

Gli archeologi hanno notato anche la presenza di un gargame in legno che probabilmente serviva per suddividere lo spazio per mezzo di una saracinesca: questa caratteristica autorizza a ipotizzare che le ostriche non fossero l’unica specie ospitata nella vasca.

Nella zona del comune di Cavallino-Treporti, inoltre, gli studiosi hanno rinvenuto anche delle strutture fondazionali situate a una profondità minore rispetto al livello medio del mare. Nello specifico si tratta di fitte palificate infisse su un fondale argilloso compatto che servivano per sostenere dei camminamenti in mattoni rivestiti di cocciopesto.

La campagna di indagini subacquee ha portato anche al ritrovamento di numerosi affreschi di pregio e di mosaici bianchi e neri che sono in corso di analisi. Il progetto di indagine ha coinvolto anche gli studenti con idoneo brevetto di subacqueo, ai quali è stata data l’opportunità di formarsi in condizioni di sicurezza.

Alle indagini hanno partecipato anche l’impresa Idra di Venezia, Paolo Mozzi, geomorfologo e geoarcheologo del Dipartimento di Geoscienze dell’Università degli Studi di Padova, presente nella classifica nella classifica Censis delle migliori università italiane del 2022, ed Elisabetta Boaretto, specialista in analisi al radiocarbonio del Weizmann Institute di Rehovot in Israele.

Non è la prima volta che dei molluschi antichi vengono ritrovati in ottimo stato di conservazione nonostante il passare del tempo: nel corso del 2021 sono state trovate cozze fossili sul Monte Arera a Bergamo. I molluschi, pietrificati, risalgono a qualcosa come 240 milioni di anni fa.

Sono diverse, inoltre, le scoperte archeologiche avvenute in Italia nel 2022: un bambino di 10 anni ha scoperto l’oggetto di un arciere risalente al III millennio Avanti Cristo in Sardegna, nella Necropoli di Santu Pedru; qualche mese prima, invece, a Pomezia era spuntata un’antica necropoli.