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Scoperta a Velia, trovati gli elmi della battaglia di Alalia

Grande scoperta a Velia: sono stati scoperti due elmi che dovrebbero appartenere a guerrieri della battaglia di Alalia, il primo grande scontro navale della storia

Velia, scoperti due elmi antichi

Grande scoperta a Velia: uno scavo avviato dagli archeologi del Parco Archeologico di Paestum-Velia ha riportato alla luce armi che con buone probabilità appartengono al periodo della battaglia di Alalia del 540 avanti Cristo.

Gli scavi sono iniziati durante l’estate del 2021 nella parte che corrispondeva all’acropoli della città, sotto i resti del tempio dedicato al culto della dea Atene visibili ancora oggi nel Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, uno dei luoghi Patrimonio dell’Unesco in Italia.

Il responsabile della direzione dei lavori di scavo è Francesco Scelza: gli scavi hanno riportato alla luce i resti di una struttura rettangolare che risale al VI secolo avanti Cristo, di notevoli dimensioni: 18 metri di lunghezza e 7 metri di larghezza .

Dentro la struttura rettangolare, su un pavimento in terra battuta, sono state trovate ceramiche dipinte, ognuna contrassegnata con la scritta Ire che significa “sacro” e ne attesta la dedica alla divinità. Presenti elementi architettonici decorativi in argilla cotta che sono stati realizzata da maestranze cumane.

Scoperta a Velia: dagli scavi emergono due elmi della battaglia di Alalia

Accanto al vasellame, il pavimento del tempio ospitava diverse armi in bronzo e in ferro: tra queste ci sono frammenti di armi, pezzi di un grande scudo dorato e due elmi in perfetto stato di conservazione. Uno dei due elmi è etrusco e appartiene al tipo “a calotta”, mentre l’altro è di foggia calcidese. Proprio gli elmi rappresentano la sorpresa più grande degli scavi di Velia nel Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, inserito da Tripadvisor tra i parchi nazionali più belli di tutta l’Europa.

“Sono reliquie offerte ad Atena, con tutta probabilità proprio le spoglie della battaglia di Alalia” riferisce all’Ansa Massimo Osanna, archeologo, accademico e direttore generale dei Musei del Mic. Quelle di Osanna sono le prime considerazioni che riguardano gli elmi: i due reperti, liberati dalla terra solo qualche giorno fa, dovranno essere ripuliti in laboratorio per poi diventare oggetto di studio.

All’interno dei due elmi non è esclusa la possibilità di trovare delle iscrizioni, una cosa abbastanza frequente quando si parla di armature antiche. Le eventuali iscrizioni aiuterebbero a ricostruire con precisione la loro storia e magari anche l’identità dei guerrieri che li hanno indossati durante la battaglia.

La storia della battaglia di Alalia tra greci, etruschi e cartaginesi

La prima ipotesi è che i due almi appartengano a guerrieri della battaglia di Alalia, conosciuta anche con il nome di battaglia del mare Sardo: uno scontro navale che si svolse tra i profughi greci di Focea che era stanziati ad Alalia per sfuggire alla pressione militare di Ciro il Grande, e una coalizione composta da Etruschi e Cartaginesi.

Il teatro di questa storica battaglia fu il mar Tirreno tra la Corsica e la Sardegna: secondo gli storici, il conflitto andò in scena in un periodo che si colloca tra il 541 e il 535 avanti Cristo. Quella di Alalia viene considerata come la prima grande battaglia navale della storia: una lotta epica e sanguinosa vinta dai coloni greci, i Potenti Focei, stando a quanto scritto da Erodoto.