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Turismo culturale digitale: Italia nella Top 10 europea

La pandemia ha influito notevolmente su un incremento della digitalizzazione dell'offerta culturale italiana: il nostro Paese è nella Top 10 europea

Turismo culturale digitale

Gli ultimi anni sono risultati particolarmente difficili per il settore turistico, ma in qualche modo si è cercato di trovare una soluzione per non arrendersi completamente alla pandemia. E in ambito culturale, un enorme passo avanti arriva dalla tecnologia: il turismo digitale si è sviluppato come mai prima, e ancora oggi, con la graduale ripresa dei viaggi, si ritrova ad avere un grande impatto. Tanto che l’Italia è nella Top 10 per quanto riguarda l’offerta culturale digitale.

Turismo culturale digitale, la classifica

Con la pandemia, anche il modo di approcciarsi alla cultura è cambiato. Visitare musei e siti archeologici è stato per lungo tempo impossibile, quindi ci si è adeguati grazie alla digitalizzazione. In questo, l’Italia si è dimostrata particolarmente efficiente, superando di gran lunga molti altri Paesi europei come la Germania e la Francia.

A rivelarlo è una ricerca della Rome Business School, che ha svolto un’indagine intitolata “L’impatto della pandemia e la svolta digitale”. Il risultato? L’Italia, nel 2021, ha compiuto un enorme balzo in avanti passando dalla ventunesima alla nona posizione in una classifica riguardante l’integrazione tra tecnologia e digitale. Il primo dato è indubbiamente quello più interessante: nel nostro Paese, il 73% dei musei permette di effettuare visite virtuali e offre un maggior numero di servizi digitali.

Cultura e tecnologia, cos’è cambiato

Di turismo culturale si parla spesso, ma cosa c’entra in tutto questo la tecnologia? Nei due anni di pandemia, la digitalizzazione ha avuto un ruolo fondamentale per permettere ai viaggiatori (in questa situazione costretti a casa) di effettuare ugualmente esperienze interessanti e istruttive. Da qui, l’incremento di tour virtuali che consentono di andare alla scoperta di musei, monumenti e siti archeologici anche senza doversi mettere in viaggio.

Ma non finisce qui: l’offerta digitale in ambito culturale si è ampliata anche nel momento in cui, finalmente, abbiamo pian piano ripreso ad uscire di casa. Molti i servizi e le attività che sono stati implementati per garantire ai visitatori un’esperienza ancora più proficua. Ad esempio, è aumentata del 20,4% la possibilità di prenotare online e del 13,6% la presenza di corsi formativi didattici a distanza.

Notevole, tra tutte, l’iniziativa promossa dall’Università degli Studi di Bari. In collaborazione con le principali strutture culturali pugliesi, ha prodotto degli NFT ( i “sigilli” che fungono da garanzia di unicità delle opere d’arte) e li ha battuti all’asta per procacciarsi fondi volti proprio a tutelare tali realtà. E a proposito di NFT, l’Italia detiene il record per la vendita della versione digitale del Tondo Doni di Michelangelo – prima opera al mondo ad essere resa unica.

La ripresa del turismo culturale in Italia

Naturalmente, la digitalizzazione del turismo culturale non ha in alcun modo influito negativamente sull’esperienza di viaggio: nel 2021, complice l’allentamento delle misure sanitarie contro il Covid, moltissimi visitatori sono tornati ad ammirare le bellezze del nostro Paese. Le città d’arte hanno ospitato ben 43,6 milioni di turisti – dato che segna un aumento del 15,3% rispetto a 5 anni fa, nonostante gli impedimenti dovuti alla pandemia.

Roma si attesta ancora una volta la principale meta turistica culturale d’Italia. A capitanare la classifica regionale ci sono invece il Lazio, il Veneto, la Toscana, la Lombardia e la Campania: insieme racchiudono l’81,3% della spesa totale per le vacanze culturali.