Tsunami nel Mediterraneo, 1600 anni fa colpì Sicilia e Calabria
Uno studio ha ricostruito le tracce di un antico mega tsunami che, circa 1600 anni fa, colpì in Italia le coste della Sicilia e della Calabria
Uno studio del 2022 realizzato dall’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Cnr-Ismar) è riuscito a ricostruire le tracce di un antico “mega” tsunami che, circa 1600 anni fa, colpì le coste del Mar Mediterraneo, comprese quelle della Sicilia e della Calabria meridionale.
Antico mega tsunami nel Mar Mediterraneo: la nuova scoperta
La ricerca condotta dall’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna ha riguardato in particolare un’area abissale nel Mar Ionio, compresa tra l’Italia, la Grecia e l’Africa. Proprio in questa zona un deposito di sedimenti marini che raggiunge i 25 metri di spessore sarebbe stato deposto in maniera quasi istantanea proprio dalla forza catastrofica delle correnti indotte dall’onda di uno tsunami. Lo studio è stato pubblicato su ‘Scientific Reports’.
Il Mar Mediterraneo, che bagna le coste italiane, ospita due sistemi di subduzione lungo il limite tra le placche africana ed eurasiatica, che in passato hanno prodotto forti terremoti, che spesso sono stati anche associati a tsunami.
Alina Polonia, del Cnr-Ismar, ha spiegato: “Sulla base delle descrizioni storiche e dell’analisi dei sedimenti prelevati dai fondali del Mar Ionio, uno di questi eventi, avvenuto nel 365 d.C., ha interessato un’ampia area geografica comprese regioni distanti circa 800 chilometri dalla zona sorgente che si trova a Creta”.
Nello studio si legge ancora: “I campioni di sedimento analizzati hanno permesso di verificare che il materiale che si trovava in condizioni di acqua molto bassa è stato strappato dalla zona costiera e depositato a 4mila metri di profondità. L’onda dello tsunami ha prodotto molteplici frane sottomarine lungo un fronte di migliaia di chilometri, dall’Italia meridionale alle coste africane. Le correnti hanno trascinato sedimenti costieri nelle profondità abissali anche in assenza di canyon, probabilmente attraverso flussi tabulari di grandi dimensioni. Questo ha permesso la deposizione di un volume straordinario di sedimenti di oltre 800 km3 in tutto il Mediterraneo orientale“.
Antico mega tsunami nel Mar Mediterraneo: cosa dimostra lo studio
Processi molto simili a quelli sopra descritti si sono verificati anche durante il mega tsunami che è avvenuto nel 2011 in Giappone. Le caratteristiche del deposito hanno inoltre dato la possibilità di identificare altri due eventi più antichi che rappresentano i predecessori di quello di Creta, permettendo così di acquisire elementi utili per una più corretta valutazione del rischio tsunamigenico sulle coste italiane.
Alina Polonia, del Cnr-Ismar, ha dichiarato: “Lo studio dimostra che uno tsunami può scaricare volumi significativi di sedimenti e carbonio organico nelle profondità oceaniche, influenzando così il ciclo geochimico globale e gli ecosistemi dei fondali marini. Capire come vengono prodotti i mega-tsunami e dove sono più probabili, richiede una migliore comprensione dei processi sedimentari secondari come instabilità delle scarpate continentali, generazione di frane sottomarine e correnti di sessa in tutto il bacino”.
L’ultimo maremoto disastroso in Italia
L’ultimo maremoto che ha colpito le coste dell’Italia producendo effetti disastrosi risale a oltre un secolo fa e, più precisamente, al 1908: fu originato da una scossa di terremoto di magnitudo 7.1 verificatasi a Messina, che provocò circa 100mila vittime tra la Sicilia e Reggio Calabria.
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