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Traffico di cetrioli di mare: sono scomparsi dallo Jonio

A Taranto è stato scoperto un traffico illegale che riguarda la pesca dei cetrioli di mare, una specie che sta praticamente scomparendo dal Mar Jonio

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Un cetriolo di mare

Giro di arresti a Taranto per la pesca di cetrioli di mare nello Jonio: sono state sequestrate cinque tonnellate di echinodermi e due locali adibiti abusivamente allo stoccaggio e alla lavorazione delle oloturie.

Cetrioli di mare: scoperto il traffico a Taranto

La pesca dei cetrioli di mare è severamente vietata perché si tratta di una specie a rischio scomparsa: è proibita anche l’esportazione sia in Italia che all’estero. Gli arresti sono stati effettuati da parte dei militari del reparto aeronavale della Guardia di Finanza di Taranto.

In totale sono state arrestate 21 persone: 9 di queste sono finite in carcere, mentre le altre 12 sono ai domiciliari. Diverse le accuse, tra le quali associazione per delinquere e disastro ambientale. I cetrioli di mare sono organismi ritenuti molto preziosi per l’equilibrio dell’ecosistema marino e per la sua biodiversità.

L’operazione è partita nel 2021 con le indagini che sono proseguite anche nei due anni successivi: i militari hanno sottoposto a sequestro più di cinque tonnellate di echinodermi pescati nelle acque del litorale tarantino, e anche due locali che erano stati adibiti abusivamente allo stoccaggio e alla lavorazione dei cetrioli di mare.

Tra gli arrestati figura anche un 50enne che aveva messo in piedi un vero e proprio laboratorio, dotato di essiccazioni per la lavorazione e la successiva esportazione delle oloturie e sprovvisto di qualsiasi tipo di autorizzazione sanitaria.

Dalle indagini è emerso che era stata messa in piedi un’organizzazione ben radicata che agiva sulla costa della Puglia: venivano utilizzati autotrasportatori stranieri per la spedizione del prodotto pescato e ancora vivo, in Turchia e in Grecia. Una parte di prodotto, lavorato ed essiccato, veniva inoltre esportato attraverso ignari operatori di note aziende per le spedizioni nazionali ed estere. Uno dei mercati più importanti dei cetrioli di mare è quello cinese, dove i prezzi delle oloturie essiccate partono da 700 euro al chilo e possono arrivare anche a 3.000 euro.

Cosa sono i cetrioli marini

Gli oloturoidei o oloturie, conosciuti comunemente come cetrioli marini o cetrioli di mare, appartengono a una classe di echinodermi diffusi sui fondali marini di tutto il mondo: il loro corpo è caratterizzato da una forma cilindrica allungata. Vengono chiamati cetrioli in quanto la loro morfologia è molto simile a quella del comune ortaggio.

Pur essendo animali a simmetria bilaterale, le oloturie conservano un ricordo della simmetria pentaraggiata che è tipica del phylum: presentano cinque file longitudinali di pedicelli ambulacrali, di cui due dorsali e tre ventrali (trivio), queste ultime adibite alla locomozione.

La maggior parte delle oloturie sono bentoniche: questo significa che posate sul fondo marino; alcune sono sessili e vivono fissate al substrato, dove si nutrono filtrando l’acqua. I cetrioli di mare capaci di spostarsi lo fanno in maniera lenta, muovendosi come dei bruchi.

Le oloturie sono conosciute come il gruppo di detritivori più importanti delle faune delle scogliere e abissali e arrivano a formare delle popolazioni molto numerose, particolarmente in profondità: costituiscono la metà delle forme viventi a 4.000 metri e circa il 90% a 8.000 metri. Di vitale importanza per la biodiversità ambientale, i cetrioli di mare sono una specie protetta: è vietata sia la pesca che l’esportazione, in Italia e all’estero.