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La situazione spiagge in Italia: "Toast a 7 euro e rincari folli"

La situazione negli stabilimenti balneari delle spiagge italiane: dai prezzi che continuano ad aumentare al problema legato alle concessioni

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Uno stabilimento balneare

Ogni estate in Italia si ripresenta il problema legato alle concessioni delle spiagge: le continue proroghe degli ultimi anni hanno portato a una fase di ristagno che di fatto non ha sortito cambiamenti di alcun tipo, andando a gravare sui portafogli dei bagnanti.

Rincari folli sulle spiagge italiane: la situazione

Del tema legato alle concessioni delle spiagge e dei prezzi dei prodotti negli stabilimenti, si è occupato ‘Rivista Studio’ attraverso un’analisi che fotografa bene la situazione: “Toast a sette euro, bottiglie di Prosecco con rincari folli, ombrelloni e lettini affittati a prezzi insostenibili – si legge nell’analisi – Perché? Si è sempre fatto così, se non ti va bene te ne puoi andare nella piccolissima striscia di spiaggia libera, in fondo a destra”.

Secondo le direttive europee risalenti a ormai più di dieci anni fa, il bagnasciuga è libero per tutti e i titolari delle concessioni devono “consentire il libero e gratuito accesso e transito per il raggiungimento della battigia antistante l’area ricompresa nella concessione, anche al fine di balneazione” nei cinque metri che separano la spiaggia dal mare”.

Nonostante le direttive dell’Unione Europea, negli stabilimenti delle spiagge italiane è quasi impossibile stendere liberamente il proprio asciugamano: in molte occasioni chi ci prova viene invitato a raggiungere una spiaggia libera. Nel nostro Paese c’è chi ha deciso di ribellarsi per difendere i diritti dei cittadini: si tratta di Mare Libero, un formato da militanti che si recano negli stabilimenti balneari senza passare dalla cassa, piazzano gli asciugamani e magari iniziano a giocare a carte liberamente.

Se i titolari degli stabilimenti li invitano ad andare via, i militanti rispondono di no, perché è un loro diritto. Molte di queste dimostrazioni assolutamente pacifiche vengono filmate e pubblicate sui social network, così da poter divulgare il messaggio e sensibilizzare gli italiani.

Il progetto Mare Libero

Il coordinatore territoriale di Mare Libero, Agostino Biondo, ha parlato della loro attività in una lunga intervista rilasciata a ‘Rivista Studio’, spiegando che il progetto è nato nel 2019 a Firenze, grazie all’iniziativa di qualche gruppo locale che si è unito per poter affrontare la questione legata alle concessioni balneari a livello nazionale e che i primi comitati sono stati formati a Roma, Napoli, in Versilia e a Rimini, quest’ultima eletta come una delle migliori città italiane per la movida.

“Come scegliamo le spiagge da liberare? Le spiagge non sono da liberare, sono già libere – ha spiegato Agostino Biondo – noi ci limitiamo a esercitare un diritto che dovrebbe essere di tutti i cittadini. Non c’è una scelta, ci sono i nostri enti locali che se decidono un giorno di andarsene al mare in una spiaggia del proprio territorio semplicemente lo fanno, e documentano la gita con materiale video. Non c’è una scelta dall’alto, è tutto lasciato all’iniziativa dei gruppi territoriali”.

Sull’accoglienza riservata dai bagnanti e dal personale degli stabilimenti balneari ai militanti di Mare Libero, Biondo ha raccontato: “A volte ci è stato chiesto di allontanarci da qualche dipendente che non era aggiornato sulla situazione, ma non abbiamo mai avuto grandi problemi. I bagnanti sono sempre stati tendenzialmente dalla nostra parte, qualche volta vengono a supportarci e male che vada, sono indifferenti”.