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Stabilimenti balneari: rischio rincari nel 2024. Ultimi prezzi

Bocciata la proroga al 2024 delle concessioni, scatta l'allarme rincari: le previsioni stimano prezzi sempre più alti per gli stabilimenti balneari

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Giulia Sbaffi

Giulia Sbaffi

Web content writer

Web content writer appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Curiosa per natura, le piace tenersi informata su ciò che accade intorno a lei.

Stabilimento balneare

Si prospetta una nuova estate rovente, e non solo per quanto riguarda il clima: con la scadenza delle concessioni demaniali per le spiagge, le stime parlano di nuovi rincari per quanto riguarda i prezzi degli stabilimenti balneari. Quanto costerà trascorrere una giornata al mare? Le prospettive non sono affatto rosee. Ecco cosa rivelano le prime statistiche.

Stabilimenti balneari, i nuovi rincari per il 2024

Il Consiglio di Stato ha bocciato la proroga al 2024 delle concessioni demaniali per le spiagge, che quindi scadono il 31 dicembre 2023: questo significa che ha inizio la procedura di gara per assegnare le nuove concessioni, con effetti che non si faranno attendere. Secondo Federcontribuenti, la risorsa spiaggia è scarsa e questo influenzerà negativamente non solo le attività balneari, ma anche i prezzi per gli utenti finali.

Insomma, i gestori dovranno pagare di più per potersi aggiudicare ancora una concessione demaniale e, di conseguenza, aumenteranno i costi per poter affittare ombrelloni, lettini e cabine in uno stabilimento balneare, durante la prossima estate. “È pressoché matematico che un rincaro delle concessioni si ribalterà sul prezzo dei servizi offerti, e quindi sui consumatori” – si legge in una nota di Federcontribuenti.

L’allarme è stato lanciato anche dal Codacons, secondo cui gli operatori balneari avrebbero minacciato possibili rincari addirittura del 50% per le tariffe applicate dagli stabilimenti italiani. Tutta colpa degli aumenti dei prezzi delle concessioni, che vanno a sommarsi a quelli già registrati negli ultimi anni, durante il periodo Covid.

Secondo alcune stime del Codacons, infatti, l’adozione delle misure di sicurezza per contenere la pandemia, l’aumento dei costi energetici e quello dell’inflazione hanno spinto i listini dei lidi italiani a ritoccare – al rialzo – i prezzi del 30% o 40% in media, rispetto al 2019. Tutto ciò si riflette sull’utente finale, che deve spendere molto di più per trascorrere una giornata al mare.

I prezzi degli stabilimenti balneari

I listini degli stabilimenti balneari per il 2024 non sono ancora stati resi pubblici, ma basta dare un’occhiata ai prezzi dello scorso anno per capire cosa ci attende. La stagione estiva 2023 ha segnato aumenti da record per quanto riguarda le spiagge, spesso impattando sulle famiglie che sono state costrette a rinunciare o a ridurre il loro soggiorno al mare.

Sulla base dei dati raccolti dal Codacons, lo scorso anno si spendeva mediamente tra i 30 e i 35 euro al giorno per un affittare un ombrellone e due lettini in uno stabilimento standard, durante il weekend. Naturalmente, il costo dipende tantissimo anche dalla zona. Località balneari più rinomate come Viareggio e Rimini avevano una media di 40 euro al giorno, che aumentavano a 60 euro in alcune aree della Sardegna.

Negli stabilimenti balneari di Gallipoli si potevano facilmente raggiungere gli 80 euro. Ma bastava alzare un pochino l’asticella e scegliere lidi di livello più alto per toccare in un attimo i 120 euro al giorno. I prezzi più alti? Affittare una capanna o una tenda in località esclusive come la Costa Smeralda, Forte dei Marmi e il Lido di Venezia (si parla di circa 500 euro al giorno).

Al Twiga, il celebre beach club versiliano di Flavio Briatore, una tenda araba toccava i 600 euro al giorno. Ma il vero record è andato allo stabilimento Le Cinque Vele Beach Club di Marina di Pescoluse, in Salento: una postazione in prima fila costava nientemeno che 1.010 euro al giorno.