Il tartufo bianco italiano si vende a un prezzo record
Il tartufo bianco raggiunge quotazioni record, migliaia di euro per un chilogrammo: colpa delle condizioni climatiche e della prolungata siccità
Prezzo record in Italia per il tartufo in questo 2021 martoriato dalle conseguenze del cambiamento climatico. Il prezzo del tartufo bianco, in particolare, è schizzato a 4.000 euro al kg per le pezzature superiori ai 50 grammi, effetto della lunga siccità che ha frenato le nascite del pregiato fungo.
A puntare i fari sul prezzo del tartufo è Coldiretti, che in occasione dell’allerta della Protezione civile in otto regioni vocate per la raccolta, dalle Marche alla Calabria, dall’Umbria al Molise, dall’Abruzzo alla Toscana fino al Lazio, ha condotto un’analisi su questi funghi eccellenza del territorio italiano: “Si tratta di quotazioni record – ha spiegato Coldiretti in una nota – pari anche al doppio di quelle delle annate più favorevoli fatte registrare alla borsa del tartufo bianco di Aqualagna, la prima ad indicare i valori della nuova stagione”.
A contribuire all’innalzamento del prezzo sono state le condizioni climatiche: il lungo periodo di siccità e assenza di precipitazioni ha impedito che il “Tuber magnatum Pico” si sviluppasse in terreni che devono restare freschi e umidi sia nelle fasi di germinazione sia in quella di maturazione.
L’arrivo dell’autunno, con piogge e temperature più basse, fa dunque sperare cercatori professionisti e appassionati che affollano le mostre, le sagre e le manifestazioni dedicate al tartufo.
A oggi sono circa 200.000 i raccoglitori ufficiali, che forniscono il tartufo a negozi e ristoranti in un business stimato attorno al mezzo miliardo di euro tra fresco e trasformato.
Che cos’è il tartufo e come si mangia
Il tartufo è un fungo che vive sotto terra ed è costituito in alta percentuale da acqua e da sali minerali assorbiti dal terreno tramite le radici dell’albero con cui vive in simbiosi, principalmente il pino, il leccio, la sughera e la quercia. Colorazione, sapore e profumo del tartufo sono dunque legate strettamente al tipo di albero presso cui si è sviluppato, mentre la forma dipende dal tipo di terreno: se è soffice, ha spiegato ancora Coldiretti, il tartufo si presenterà più liscio, se compatto, diventerà nodoso e bitorzoluto per la difficoltà di farsi spazio.
“I tartufi sono noti per il loro forte potere afrodisiaco e in cucina – ha concluso Coldiretti nella nota, ricordando l’importanza del fungo nell’economia italiana – il bianco va rigorosamente gustato a crudo su noti cibi come la fonduta, i tajarin al burro e i risotti e per quanto riguarda i vini va abbinato con i grandi vini rossi”.
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