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Uno stambecco ha ingoiato una scatoletta di tonno sulle Dolomiti

Il video del tentativo di salvataggio di uno stambecco che, sulle Dolomiti, ha ingoiato una scatoletta di tonno: l'animale non ce l'ha fatta

Nel pomeriggio di domenica 28 agosto, sulle Dolomiti, si è tentato di salvare la vita a uno stambecco che stava rischiando di morire soffocato dopo aver ingoiato una scatoletta arrugginita di tonno. In un primo momento l’operazione di salvataggio sembrava andata a buon fine, ma a distanza di poche ore, purtroppo, l’animale è deceduto.

L’intervento per tentare di salvare lo stambecco sulle Dolomiti

L’intervento dei soccorritori è arrivato dal cielo: l’elicottero dei Vigili del FuocoDrago 139” ha trasportato nell’area, nei pressi del lago di Sorapis (a circa 2000 metri di quota, sulle Dolomiti bellunesi) un guardiaparco di Cortina D’Ampezzo e i Carabinieri forestali, che hanno scoperto lo stambecco ferito.

Dopo aver anestetizzato l’animale, il veterinario è riuscito a togliere dalla bocca la scatoletta di tonno, probabilmente abbandonata da qualche escursionista e ormai arrugginita, che impediva il movimento della lingua. Una volta terminato l’effetto dell’anestetizzante lo stambecco si è rimesso in piedi e ha ripreso a saltare per le Dolomiti bellunesi.

Il commento di Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno

Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno, ha commentato la notizia del salvataggio. Queste le sue parole, riportate da ‘IlDolomiti’: “Ringrazio i nostri agenti, che, ancora una volta, si sono distinti in un’operazione di grande importanza per la tutela della fauna selvatica. E ringrazio la grande collaborazione tra istituzioni, che ha messo insieme Carabinieri forestali, Parco d’Ampezzo, Vigili del Fuoco, Ulss 1 Dolomiti e servizi veterinari”.

Padrin ha poi aggiunto: “Chi abbandona rifiuti sulle nostre montagna dimostra di non aver compreso il valore e il pregio dell’ambiente dolomitico; valore e pregio che sono, invece, ben chiari a chi quotidianamente si impegna per la salvaguardia del nostro territorio, partendo dalla fauna selvatica”.

Niente lieto fine per lo stambecco delle Dolomiti

Non ce l’ha fatta lo stambecco che era stato soccorso dopo aver ingoiato una scatoletta di tonno sulle Dolomiti. L’animale (un esemplare maschio di 10-11 anni), impossibilitato a mangiare per lungo tempo, era denutrito.

Conosciamo meglio lo stambecco

Lo stambecco è un’animale dotato di zampe robuste ma piuttosto corte e corna di grandi dimensioni a forma d’arco incurvate all’indietro. Durante l’estate, il pelo dello stambecco è fitto e ruvido, di colore bruno giallastro. Nel corso dell’inverno il mantello appare di colore più scuro e meno contrastato.

Questo animale dall’aspetto nobile e fiero vive in media tra i 18 e i 22 anni. Per quasi tutto l’anno, lo stambecco rimane al di sopra del limite dei boschi, su pendii rocciosi ricchi di cenge erbose, tra i 1600 e i 3200 metri di quota.

Durante l’inverno predilige i versanti esposti a sud sud-ovest, caratterizzati da una coltre nevosa che, spesso, è meno profonda. Nella stagione primaverile, attraverso i boschi, l’animale può scendere fino in fondovalle per brucare i primi ciuffi di erba fresca. Lo stambecco, infatti, è un animale erbivoro e si nutre principalmente nelle ore più fresche del mattino e della sera, prediligendo piante erbacee e, meno volentieri, licheni, cortecce e germogli.

Durante i mesi più caldi lo stambecco può arrivare a consumare anche 15 o 20 chilogrammi al giorno di vegetali, accumulando in questo modo importanti riserve di grasso per la stagione invernale. Come gli altri ungulati, lo stambecco è anche ghiotto di sale e, più in generale, di sali minerali, che cerca e lecca nelle rocce.

Il periodo degli amori di questo animale è il mese di dicembre. La gestazione di uno stambecco femmina dura tra le 22 e le 24 settimane. I piccoli vengono partoriti a partire dall’inizio del mese di giugno. I parti gemellari sono molto rari: spesso, infatti, nasce un solo piccolo. I cuccioli di stambecco smettono di bere il latte materno in autunno ma rimangono con la madre fino all’età di 3 anni.