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Sulla spiaggia di Bibione è riemersa una villa di epoca romana

La villa di epoca romana emersa sulla spiaggia di Bibione è un “unicum”: al via una nuova campagna di indagini sulla Villa di Mutteron dei Frati

Bibione: sulla spiaggia emerge una villa di epoca romana

Una villa di epoca romana è tornata alla luce sulla spiaggia di Bibione, all’interno dell’oasi naturalistica della Valgrande. Il sito archeologico, noto sin dal Settecento e denominato Villa di Mutteron dei Frati, sarà oggetto di un’importante campagna di scavi.

Al lavoro sulla grande villa romana gli archeologi delle Università di Ratisbona e del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova: oltre agli scavi della pars urbana della villa marittima è in programma una campagna di indagini non invasive nei dintorni di quanto già emerso, e non si esclude un’apertura straordinaria della struttura al pubblico.

Una villa romana sulla spiaggia di Bibione

Gli archeologi tornano al lavoro sulla villa romana emersa sulla spiaggia di Bibione, all’interno dell’oasi naturalistica della Valgrande, sulla costa veneziana. Nota sin dal Settecento, la ricca residenza marittima di epoca romana ha ancora molto da offrire alla ricerca: sul posto si sono susseguite diverse campagne di studio, ma c’è ancora da scavare nei pressi della spiaggia di Bibione.

Gli archeologi delle Università di Ratisbona e Padova tornano così sul posto per una nuova campagna di scavi, che prevede tra le altre cose una serie di prospezioni geofisiche su una superficie di circa 200 metri quadrati nei dintorni dei resti della villa romana – di cui sono parzialmente visibili i pavimenti a mosaico e le strutture murarie affrescate.

In programma anche lo scavo della pars urbana della villa marittima di Mutteron dei Frati e la documentazione delle attività, che potrebbero condurre anche a un’apertura al pubblico dello straordinario sito archeologico.

Villa Mutteron dei Frati: un sito archeologico unico

Ai piedi di un’antichissima duna di sabbia, i resti della Villa di Mutteron dei Frati sono apparsi subito di straordinaria importanza: dopo i primi fortuiti rinvenimenti del Settecento, la rilevanza del sito è stata più volte segnalata da studiosi e archeologi.

Nel corso degli anni Novanta la Soprintendenza Archeologica del Veneto ha intrapreso una nuova campagna di scavi che ha riportato alla luce i resti oggi visibili della ricca residenza di epoca romana, senza però riuscire a studiare sistematicamente l’intero complesso – definito un unicum dagli studiosi, nelle parole riportate dall’Ansa.

L’eccezionale stato di conservazione della villa, che ha preservato integre strutture alte fino a due metri, non è l’unico dato a renderla unica: la Villa di Mutteron dei Frati è una lussuosa villa marittima, le cui ricchezze erano verosimilmente legate alle risorse ittiche della zona, già testimoniate da importanti ritrovamenti marittimi nei pressi di Venezia.

Alla ricchezza dei rinvenimenti si aggiunge così la possibilità di indagare più da vicino un contesto storico unico nel suo genere, a partire dalle floride attività legate alle risorse del mare che hanno permesso lo sviluppo dell’area in epoca antica e che sono ancora oggi parte importante dell’identità del territorio, tanto da candidare alcuni comuni della zona a ricevere lo status di Città Balneare.

Villa Romana a Bibione: la valorizzazione del sito

Gli ultimi scavi si sono conclusi nel 2022 e hanno riportato alla luce nuovi ambienti del primo impianto della villa, risalente agli inizi del I secolo d.C., e scoperto un ampliamento successivo di epoca tardoantica.

La nuova campagna rientra in un ampio progetto di ricerca avviato nel 2018 per “rilanciare le ricerche sulla villa marittima condividendo i dati archeologici disponibili, riprendendo le questioni aperte e sviluppando nuove prospettive”, si legge in una nota diramata dal Comune di San Michele al Tagliamento a conclusione della prima campagna di scavi del 2022.

L’idea è anche quella di lavorare sulla “valorizzazione futura del sito nella cornice naturalistica di grande pregio della Valgrande”. Nelle intenzioni del team di ricerca, si legge su Ansa, c’è infatti anche quella di organizzare un’apertura straordinaria al pubblico, in data ancora da definire.