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Lo sfondo della Gioconda è sempre più un caso: scontro in Italia

Lo sfondo che Leonardo da Vinci ha dipinto alle spalle della Gioconda sta diventando un caso in Italia e occasione di dibattito tra diversi esperti

Pubblicato:

Martina Bressan

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

Sfondo della Gioconda

La Gioconda, famoso dipinto di Leonardo Da Vinci, in questi giorni è al centro di numerose discussioni. Un recente teoria esposta dalla geologa e storica dell’arte Ann Pizzorusso ha infatti ipotizzato che lo sfondo dell’opera non sia la Toscana ma la città di Lecco. Questa nuova ipotesi ha però suscitato diverse polemiche.

Lo scontro sullo sfondo della Gioconda

La Gioconda è stata dipinta dal celebre artista Leonardo da Vinci tra il 1503 e il 1506. Negli anni numerosi studi sono stati realizzati su questa famosa opera. Per ora si sa che quella ritratta è Lisa Gherardini, moglie del mercante toscano Francesco del Giocondo. Proprio da questo il quadro sarebbe stato chiamato la “Gioconda”. Per molto tempo si è anche discusso sullo sfondo dell’opera con diverse teorie emerse tra le quali c’era anche quella che il panorama alle spalle della donna fosse stato inventato da Leonardo. La dovizia di particolari con cui era stato dipinto, però, fa pensare che sia un luogo reale.

Alle teorie in discussione si è aggiunta quella di Ann Pizzorusso, geologa e storica dell’arte rinascimentale che ha combinato i suoi due ambiti di preparazione per affermare che lo sfondo sarebbe la città di Lecco. A questa ipotesi però, ha risposto Gualberto Gualdani che ha scritto ad ‘Arezzo Notizie’ una sua opinione sulla questione. Gualdani ha spiegato che uno tra gli studiosi più accreditati di Leonardo è senza dubbio il professor Carlo Starnazzi.

Il professore Starnazzi a inizio anni Novanta, infatti, condivide l’ipotesi che il ponte alle spalle della Gioconda sia il Ponte di Buriano nell’aretino. Lo fa basandosi su studi e intuizioni realizzati in precedenza anche dall’avvocato Cesare Mafucci. La cosa suscita grande clamore. Fino a quel momento, infatti, l’ipotesi più accreditata in circolazione era che il paesaggio alle spalle della Monna Lisa fosse alpino e il ponte dipinto fosse quello di Lecco.

La nuova teoria del prof. Starnazzi, però, prende sempre più vigore e consensi sia in Italia che all’estero. Così la sua ipotesi viene discussa ed esaminata nel dicembre 1999 da grandi esperti del settore durante seminario organizzato dal Rotary. L’esito delle discussioni tra i massimi professionisti è stata l’ammissione che il paesaggio alle spalle della Gioconda è quello toscano. Leonardo aveva dipinto dal Castello di Quarata il Ponte Buriano che ancora oltrepassa l’Arno.

Questo fatto, racconta sempre Gualberto Gualdani, è stato poi confermato non solo da ricostruzioni al computer ma anche da altri esperti. Ad esempio dal professor architetto Massimo Ricci, esperto di restauro dei monumenti del forum Unesco “University and Heritage” presso l’Università Politecnica di Valencia.

Le altre teorie sullo sfondo della Gioconda

Come già accennato per la ricercatrice Ann Pizzorusso il panorama della tela sarebbe riconducibile alle città di Lecco, in particolare sarebbe il Ponte Azzone Visconti del XIV secolo. La Pizzorusso diversamente dalle altre ricerche ha basato le sue teorie sullo studio della roccia nello sfondo. Secondo lei il colore bianco-grigiastro delle rocce sarebbe proprio quello tipico delle composizioni calcaree della zona di Lecco.

Questa sua idea è stata poi sostenuta dallo storico d’arte Greg Sereda che ha collegato l’area montuosa a nord di Lecco, dove sorgono la Grigna Settentrionale e la Grigna Meridionale, con la parola ghigno. La Monna Lisa è da sempre caratterizzata da un emblematico sorriso, un ghigno che in dialetto lecchese si dice appunto “grigna” come i monti dipinti sulla tela. È con questo gioco di parole che l’ambiente del quadro sarebbe, quindi, da confermare come Lecco.

Un altro studio sul quale Gualberto Gualdani si dice scettico è quello dello storico Silvano Vinceti. Vinceti, infatti, lavorando con l’associazione culturale La Rocca, dopo aver esaminato documenti, fotografie e ricostruzioni ha dichiarato che quello alle spalle sarebbe il ponte Romito di Laterina, in provincia di Arezzo.