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Tra Salina e Lipari è scoppiata la "guerra del cappero"

L'isola di Lipari chiede la DOP per i suoi capperi, ma Salina insorge: "è un nostro prodotto e va tutelata la sua peculiarità"

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Scontro tra Salina e Lipari: è

Nelle isole Eolie si sta combattendo una battaglia dal retrogusto intenso e particolare. L’hanno ribattezzata la “guerra del cappero”, uno scontro che vede contrapporsi due delle più belle perle del Mediterraneo: Lipari e Salina. Motivo del conflitto? La produzione di un gustosissimo condimento dal sapore ricco e inconfondibile: il cappero, ingrediente magico in grado di ridare vitalità al più noioso dei piatti.

La comunità di Lipari ha richiesto al Ministero delle Politiche Agricole e anche all’assessorato dell’agricoltura della regione Sicilia che venga riconosciuta la denominazione di origine protetta ai “Capperi delle Eolie”, una richiesta che ha fatto infuriare i tre sindaci di Salina. Troppo generico, secondo i primi cittadini – ribattezzare il cappero con il nome dell’arcipelago, il bocciolo deve continuare a essere conosciuto come cappero di Salina, isola in cui è un’istituzione da decenni, cresce in ogni anfratto e dove da lungo tempo, nella frazione di Pollara, si organizza, proprio tra le strade dove Massimo Troisi girò alcune scene del film “il Postino”, una sagra che esalta il sapore inconfondibile del bocciolo usato per condire pasta, pesce e carne.

Presidio slow food da quindici anni, candidato ad ottenere l’indicazione geografica protetta, il cappero di Salina deve mantenere le sue peculiarità e non mescolarsi con i frutti dell’omonimo arbusto che si producono su altri territori, questa in sintesi la posizione della cittadinanza dell’isola posizionata a nord della Sicilia che proprio non ci sta a rinunciare all’unicità di un bocciolo che a Salina cresce rigoglioso ed è considerato un ingrediente fondamentale per preparare piatti trionfanti di sapori, che rievocano i profumi del Mediterraneo e le suggestioni delle isole siciliane.

Il sodalizio tra i capperi e l’isola di Salina affonda radici nell’Ottocento, nel XIX secolo i commercianti della penisola e di alcuni empori del Mediterraneo si dirigevano sull’isola siciliana per acquistare e poi rivendere i preziosi boccioli verdi. La presenza sulle altre isole risale a un periodo molto più recente e la produzione non raggiunge i numeri toccati a Salina, isola che che reclama il primato della produzione. Queste le principali motivazioni che hanno spinto la comunità di Salina a proteggere con forza il prodotto della propria terra.