Incredibile scoperta in Sardegna: spuntano i resti di un dinosauro
In Sardegna trovati alcuni resti fossili che dovrebbero appartenere a un dinosauro: l'incredibile scoperta è avvenuta nelle campagne di Baunei
In Sardegna sono stati trovati i resti fossili che dovrebbero appartenere a un dinosauro: la scoperta è avvenuta nelle campagne di Baunei, durante le riprese di un documentario sul paesaggio geomorfologico dell’isola.
Scoperta in Sardegna: trovati i resti di un dinosauro
Come si legge su ‘La Nuova Sardegna’, il team scientifico composto dai professori Antonio Assorgia, Sergio Ginesue Stefania Sias delle Università di Sassari e Cagliari, è stato protagonista della scoperta di un’importante testimonianza paleontologica, identificando i segnali lasciati dai dinosauri sul territorio sardo.
Le impronte, conservate in rocce che risalgono al Giurassico, potrebbero appartenere a un teropode, fino a questo momento mai segnalato in Sardegna. La scoperta ha permesso di ricostruire le sembianze e le abitudini dell’animale, insieme all’ambiente in cui viveva.
Il teropode era un predatore bipede che si muoveva lungo tratti di costa caratterizzati da sedimenti sabbiosi e fangosi tipici di aree palustri soggette alle maree. In base agli studi effettuati, il dinosauro è stato datato all’epoca del Giurassico medio che risale a circa 165 milioni di anni fa.
La superficie rocciosa in cui sono state trovate le impronte che apparterrebbero al dinosauro, mostra anche segni di altre specie coeve. Della grande scoperta in Sardegna e degli ulteriori sviluppi collegati si parlerà nel corso di due incontri: uno a Sassari e uno a Baunei, con la partecipazione degli studiosi responsabili della scoperta, del paleontologo dell’Università di Sassari Marco Zedda e del produttore di documentari Francesco Ginesu.
Le varie teorie sulla presenza dei dinosauri in Italia
Fino agli anni Ottante la presenza dei dinosauri in Italia era ritenuta inconsistente per un motivo principale: il territorio nazionale era considerato privo di resti fossili perché, secondo ricostruzioni paleogeografiche, si riteneva che nei periodi di Giurassico e Cretaceo, quelli di maggior sviluppo di questa specie, la penisola fosse totalmente ricoperta dalle acque della Tetide.
Tale supposizione, tra l’altro, si basava sul fatto che le rocce sedimentarie presenti nell’area italiana sono indicate come depostesi in ambienti marini. Col passare degli anni, diversi studi hanno contribuito a fare luce sulla questione e risalgono alla seconda metà degli anni Ottanta quelle che potrebbero essere indicate come le prime tracce di dinosauri in Italia.
In quel periodo, grazie ad alcuni escursionisti, vennero rinvenute delle impronte risalenti al Triassico superiore e al Giurassico inferiore in Liguria, in Veneto e in Trentino Alto Adige. Nel corso del 1998 avvenne anche l’annuncio del ritrovamento in Campania di Scipionyx samniticus: il fossile venne scoperto nel 1981 ma inizialmente non riconosciuto come appartenente a un dinosauro.
Insieme ai resti dei fossili, in diverse zone sparse per il territorio italiano sono state rinvenute anche delle impronte e in alcune occasioni quelle che sembrerebbero delle vere e proprie piste di orme di differenti dinosauri: queste hanno suscitato un notevole interesse nei confronti di esperti del settore a livello internazionale. I ritrovamenti principali sono avvenuti presso Rovereto, comune della Provincia Autonoma di Trento, nella zona del Gargano in Puglia e in maniera particolare ad Altamura (comune appartenente alla Città Metropolitana di Bari), dove sono state rinvenute più di 30.000 orme.
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