Al ristorante bisogna pagare di più: la provocazione in Italia
"I clienti devono imparare a pagare di più": è la provocazione shock che sta facendo discutere il web, ma dietro si cela un concetto importante
Quanto costa andare al ristorante? Nel corso dell’ultimo anno, l’inflazione e i rincari in generale hanno messo in difficoltà moltissime famiglie italiane. Naturalmente, l’aumento delle bollette e del costo delle materie prime influisce anche nell’ambito della ristorazione, dove i prezzi sono inevitabilmente lievitati. Per tante persone, purtroppo, anche concedersi una cena fuori è diventato un lusso che non ci si può permettere. Ma bisognerebbe pagare ancora di più: è questa la provocazione shock che sta facendo tanto discutere sul web, e che tuttavia cela un concetto molto importante.
Pagare di più al ristorante, la provocazione
Mentre i rincari rendono difficile per molte famiglie fare persino la spesa, andare a cena fuori è diventato un privilegio. Basti pensare che il costo della pizza è aumentato del 14% rispetto a giugno 2021. Forse è per questo che le parole di Dario Odifreddi hanno suscitato tanto scalpore. Il presidente di Piazza dei Mestieri, la fondazione torinese che si occupa di formare e introdurre nel mondo del lavoro (nel settore della cucina e del servizio di sala) tantissimi ragazzi ogni anno, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera che ha fatto molto discutere.
“Se vogliamo andare a cena fuori tre volte a settimana con meno di 30 euro di spesa per serata, per un menù completo, andiamo incontro inevitabilmente a irregolarità. I clienti devono imparare a pagare di più“. La realtà che si nasconde dietro queste affermazioni così provocatorie è che il cibo – e la sua qualità, cosa che giustamente gli avventori cercano – influisce per meno della metà sulla spesa complessiva che un ristorante sostiene quotidianamente. Oltre ai costi di gestione del locale e alle bollette, mediamente il 45% va in retribuzione del personale. Che, tuttavia, viene ancora troppo spesso sottopagato e sfruttato per lunghi turni di lavoro.
“Serve un reddito dignitoso. Ci sono contratti della filiera che arrivano a malapena a 6 euro l’ora. Finisce poi che sono i ragazzi a chiedere di essere pagati fuori busta. Così non va” – ha dichiarato Odifreddi. Pagare di più al ristorante dovrebbe servire proprio a questo: garantire migliori condizioni lavorative e uno stipendio adeguato a camerieri e personale in cucina, impieghi che richiedono formazione ed esperienza, ma che continuano ad essere pagati una miseria.
Nessuno vuole lavorare più nella ristorazione
D’altro canto, sono sempre meno i giovani che hanno voglia di entrare nel mondo della ristorazione. “Molti giovani scappano quando capiscono che non si vive come in Masterchef, ma si guadagna poco e si lavora tanto” – ha concluso Odifreddi. Anche Flavio Briatore, che di locali ne gestisce numerosi in tutto il mondo, ha riscontrato lo stesso problema: “La prima domanda che mi sento rivolgere da molti ragazzi durante i colloqui è se possono avere il weekend libero” – aveva affermato tempo fa.
L’imprenditore ha poi rincarato la dose aggiungendo, sempre sulle pagine del Corriere della Sera, come questo sia un problema per lo più italiano (e di qualche altro Paese europeo): “Ho una ventina di indirizzi tra Italia ed estero. Non ho problemi di reclutamento di personale a Dubai, non ho problemi in Arabia Saudita. Ho problemi in Italia, in Inghilterra e un po’ anche in Francia. In Inghilterra più a causa della Brexit, in Italia soprattutto a causa del reddito di cittadinanza, che è diventato la vera ambizione dei giovani“.
È solo mancanza di voglia da parte dei ragazzi, che non sono più disposti a fare qualche sacrificio per il lavoro? O il problema delle scarse retribuzioni è arrivato al punto del non ritorno? Forse dovremmo davvero pagare di più al ristorante, ma solo se questo significasse veramente migliorare le condizioni lavorative di camerieri e cuochi.
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