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Quanti autovelox ci sono in Italia (e in Europa): il confronto

Autovelox, confronto tra Italia ed Europa: quanti dispositivi sono sulle strade, dove vengono segnalati e quanto si incassa dalle multe erogate

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Un autovelox

In Italia è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il cosiddetto decreto autovelox che riscrive le regole dei dispositivi di rilevamento della velocità in strada riguardo le autorizzazioni, la segnaletica e i limiti da rispettare.

Tra le novità più importanti del pacchetto normativo in attesa di approvazione da oltre dieci anni, ci sono quelle che riguardano direttamente i comuni che vedranno ridursi notevolmente la propria autonomia. Grazie al nuovo decreto, a decidere il collocamento dei nuovi autovelox sarà il Prefetto, sia per i dispositivi fissi che per quelli mobili.

Quanti autovelox ci sono sulle strade italiane

Mentre si parla tanto del nuovo decreto autovelox, l’approfondimento ‘Numeri’ di ‘SkyTg24’ ha fatto il punto della situazione sui dispositivi di rilevamento della velocità in Europa, fornendo un confronto tra l’Italia e gli altri Paesi.

Stando ai dati ‘Statista’, in Italia ci sono 23 autovelox ogni 1.000 chilometri di strade, molto di più rispetto a Spagna (3 ogni 1.000 chilometri), Francia (4 ogni 1.000 chilometri) e Germania (7 ogni 1.000 chilometri). L’unico Paese che regge il confronto con l’Italia è il Regno Unito: tra le strade britanniche la media è di 20 autovelox ogni 1.000 chilometri.

La ricerca offre diversi spunti di riflessione riguardo le differenze tra il nostro Paese e altre Nazioni europee, a partire dagli autovelox fissi segnalati: questa pratica è norma in Germania, Regno Unito e Spagna, mentre in Francia viene segnalata la zona dove sono presenti i dispositivi, ma non i singoli radar; niente segnalazione, invece, sulle strade della Svizzera.

Le differenze tra l’Italia e il resto del Vecchio Continente è marcata anche per quanto riguarda le app che segnalano la presenza di autovelox: da noi sono permesse, così come succede nel Regno Unito, ma sono vietate in Germania, Spagna, Svizzera e Francia.

Una curiosità riguarda la Spagna, uno dei Paesi con la migliore reputazione turistica in Europa: esistono degli speciali autovelox volanti che possono diventare un vero e proprio incubo per gli automobilisti, con il pericolo multa che arriva addirittura dall’alto. Anche la presenza di autovelox volanti, come vale per i fissi, è segnalata sulle strade spagnole.

Le multe in Italia: dove si incassa di più

L’approfondimento di ‘SkyTg24’ ha offerto anche una panoramica sulle multe stradali nelle varie città italiane: a Milano, secondo i dati del Ministero degli Interni, dei 147 milioni di euro incassati nel 2023, solo 8,6 milioni provengono dagli autovelox.

In alcuni piccoli centri, invece, la situazione è diametralmente opposta a quella di Milano, prima nella classifica dei comuni che hanno incassato di più dalle multe stradali nel 2023: a Melpignano, in provincia di Lecce, l’anno scorso dagli autovelox sono arrivati 900 mila euro, mentre 188 mila euro da tutte le altre multe.

Prendendo come riferimento l’anno 2022, si scopre che Torino è stato il comune italiano che ha incassato di più dalle multe provenienti dagli autovelox, arrivando a quota 2,58 milioni di euro. Quell’anno Melpignano ha ottenuto la seconda piazza con 2,54 milioni di euro, davanti a un altro comune della provincia di Lecce: Cavallino dove le multe causate dalla presenza dei dispositivi di rilevamento della velocità hanno generato 2,52 milioni di euro.

Molto interessanti anche i dati relativi alle multe non pagate: a Milano il 65% delle contravvenzioni erogate nel 2021 risulta regolarmente pagato. A Napoli, invece, il 98% delle multe erogate nel 2022 non è stato pagato, mentre solo il restante 2% risulta regolarmente corrisposto.