Pietà di Michelangelo, spuntano dettagli mai conosciuti
Scoperti dettagli inediti della Pietà Bandini di Michelangelo Buonarroti grazie ai lavori di restauro dell'opera custodita al Muso dell'Opera del Duomo di Firenze
Dal restauro della Pietà di Michelangelo custodita nel Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, conosciuta anche come Pietà Bandini, spuntano dettagli mai conosciuti.
I lavori di restauro di una delle tre Pietà eseguite dal Buonarroti erano iniziati nel mese di novembre del 2019 per poi interrompersi a causa dei problemi causati dalla diffusione del Covid-19. La prima pulitura della superficie dell’opera, finita sul retro del gruppo scultoreo e in fase iniziale sulla parte anteriore, sta riportando alla luce le cromie frutto dei precedenti trattamenti del marmo.
Sono emersi dettagli fin qui sconosciuti legati alla Pietà Bandini di Michelangelo Buonarroti: i segni di lavorazione realizzati con strumenti diversi, le impronte dei tasselli del calco ottocentesco, le tracce di interventi precedentemente nascosti e che si rivelano sotto uno spesso strato di depositi di polvere misto a cere, accumulati e modificati in oltre 470 anni di vita.
Le operazioni di restauro continuano senza sosta ma intanto è possibile accedere al cantiere del Museo dell’Opera del Duomo di Firenze grazie a speciali visite guidate con i restauratori e gli esperti dell’Opera di Santa Maria del Fiore. Rispettando le norme anti-Covid dei musei e il distanziamento sociale, l’accesso al cantiere è consentito a un massimo di cinque persone alla volta.
Non è la prima volta che un’opera del “Divino” rivela particolari inediti. In precedenza è stato individuato un dettaglio del David di Michelangelo sfuggito a 500 anni di osservazioni: la vena giugulare di David realizzata in un modo molto simile a come si presenterebbe quella di un giovane di buona salute che si trova in uno stato di eccitazione perché impegnato ad affrontare Golia, un avversario estremamente difficile da sconfiggere.
La Pietà Bandini è una delle ultime sculture prodotte da Michelangelo Buonarroti che molto probabilmente inserì un suo autoritratto nella figura di Nicodemo. Si tratta di una scultura datata tra il 1547 e il 1555, è alta 226 centimetri, è realizzata in marmo e custodita all’interno del Museo dell’Opera del Duomo di Firenze.
La scultura raffigura Gesù, ormai privo di vita, adagiato sulla Madonna che lo sorregge con l’aiuto di Nicodemo e di Maria Maddalena. I personaggi formano una composizione di forma piramidale. La mano sinistra di Cristo è girata in fuori: uno stilema utilizzato da Michelangelo per simboleggiare l’abbandono del corpo nel sonno o nella morte, presente anche in altre opere dell’artista come il Bambino della Madonna della Scala e il Ritratto di Lorenzo de’ Medici duca di Urbino.
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