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Perché in alcuni Paesi l'insalata russa è chiamata italiana

La cancel culture si abbatte anche sui piatti che fanno riferimento alla cultura russa, ma non tutti sanno quali sono le origini dell'insalata russa

È uno dei piatti più noti della cucina mondiale, apprezzata soprattutto nel periodo festivo, ma l’attuale, drammatico scenario geopolitico potrebbe portare a boicottarlo: stiamo parlando dell’insalata russa, che alla luce della guerra in Ucraina in alcuni Paesi è diventata oggetto della cosiddetta “cancel culture”.

La “cancel culture” sulla Russia

La “cancel culture”, o cultura della cancellazione, è quel meccanismo con cui qualcosa o qualcuno diventa oggetto di critiche e proteste e quindi estromesso da cerchio sociali o professionali, sia online sia nel mondo reale. Il meccanismo si è già attivato per moltissimi aspetti della cultura russa dopo la decisione di Vladimir Putin di invadere militarmente l’Ucraina: alla Bicocca di Milano è scoppiato il caso dopo la decisione (poi ritirata) di cancellare un corso su Dostoevskij, scrittore e filosofo russo tra i più famosi della storia, e negli Stati Uniti diversi barman hanno deciso, in segno di solidarietà con l’Ucraina, di ribattezzare il cocktail Moscow Mule “Kiev Mule”.

Al netto delle polemiche e delle proteste relative a queste operazioni, che poco hanno a che fare con la guerra in Ucraina, anche l’insalata russa è inevitabilmente finita nel mirino. Non tutti coloro sanno però da cosa questo piatto prende il suo nome, e quali sono le sue origini.

Da dove viene il nome insalata russa

La prima cosa da dire è che l’insalata russa si chiama “insalata russa” solo in Italia e in pochi altri paesi, e che il nome c’entra poco con le origini. È un piatto freddo composto da verdure lessate tagliate a dadini e condito con maionese di cui nel mondo esistono decine di varianti, e viene fatto risalire allo chef naturalizzato belga, Lucien Olivier. La versione più accreditata delle origini di questo piatto è che Olivier l’abbia creato intorno alla seconda metà dell’Ottocento nelle cucine del ristorante Hermitage di Mosca, cercando di adattare un piatto di tradizione francese ai gusti russi. Non è un caso che venga chiamata anche “insalata Olivier”.

La prima versione era però diversa da quella che oggi viene comunemente preparata in Italia: all’interno vi erano anche carne, pesce e tartufo, sistemati in modo scenografico sul piatto. Leggenda narra che un commensale mescolò il tutto, e che per dispetto Olivier, considerandolo un oltraggio, iniziò a servire il piatto “sbagliato” facendolo diventare un cult rivisitato da molti altri chef e cuochi.

Dopo la rivoluzione russa del 1917, l’influenza francese in cucina unita alla scarsità di ingredienti pregiati e costosi portarono a una serie di rivisitazioni del piatto, di cui alla fine rimase la versione basica con patate, verdure e maionese. E non è neppure la prima volta che viene osteggiata per ragioni politiche: in Spagna il regime franchista proibì riferimenti al regime comunista, e l’insalata russa ne fece le spese diventando “insalata castigliana”.

Le origini italiane dell’insalata russa

Un’altra teoria sulle origini dell’insalata russa è invece che sia di origine italiana, nello specifico piemontese. Nell’800 esisteva infatti in Piemonte una “insalata rusa”, e cioè rossa, perché a base di barbabietola. Secondo alcune fonti, il piatto sarebbe stato proposto da un cuoco di corte dei Savoia, in occasione della visita dello zar in Italia a fine Ottocento: lo chef avrebbe omaggiato gli ospiti usando prodotti tipicamente coltivati in Russia come carote e patate, con la panna al posto della maionese a simboleggiare la neve. Lo zar ne sarebbe stato entusiasta, e avrebbe portato la ricetta in patria contribuendo alla sua diffusione.

C’è poi chi dice che l’insalata russa servita in Italia non prenda il nome dalla Russia, ma sia un riferimento al “servizio alla russa”, e cioè un tipo di pasto in cui le portate vengono servite tutte insieme.

Nel Nord Europa e, più precisamente, in Islanda, Danimarca, Svezia e Norvegia l’insalata con carote, piselli, patate e maionese è chiamata proprio “insalata italiana” ed è servita su fette di pane con carne affumicata. In Finlandia, addirittura, sono soliti sostituire le patate con spaghetti o altri formati di pasta, allo scopo di renderla ancora più “italiana”.