I papiri di Ercolano svelano il luogo della sepoltura di Platone
I papiri di Ercolano ci rivelano moltissime sorprese: gli esperti hanno scoperto il luogo di sepoltura di Platone e altri dettagli interessanti
Custoditi per lungo tempo tra i resti di un’antica villa romana distrutta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., i papiri di Ercolano si rivelano una preziosissima fonte di informazioni finora sconosciuti. Purtroppo, ce ne sono giunti solo alcuni, essendo gli altri stati bruciati dalla lava. Anche quelli conservatisi, tuttavia, hanno presentato un’enorme sfida per gli scienziati. Ma grazie alle nuove tecnologie oggi ci offrono alcuni segreti incredibili.
Il segreto svelato dai papiri di Ercolano
I papiri di Ercolano sono un corpus formato da oltre 1.800 rotoli rinvenuti ad Ercolano nel corso del XVIII secolo, carbonizzati a causa dell’eruzione del Vesuvio – la stessa che ha sommerso anche Pompei. Sappiamo della loro incredibile importanza: costituiscono una preziosa testimonianza di testi filosofici greci altrimenti andati perduti, e oggi sono conservati (per la maggior parte) presso la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli.
Uno dei problemi più grandi riguardo il loro studio è l’incredibile fragilità dei papiri: impossibile srotolarli senza distruggerli completamente. Nel corso dei decenni, qualcosa siamo comunque riusciti a scoprire attraverso diversi metodi di analisi. Ma solo di recente, grazie a tre studenti che hanno sfruttato l’intelligenza artificiale, abbiamo finalmente oltre 1.000 nuove parole (ovvero il 30% in più rispetto al passato).
Il testo riemerso ci rivela qualcosa di sorprendente: il luogo esatto in cui sarebbe stato sepolto Platone. Sapevamo già che le sue spoglie giacciono da qualche parte presso l’Accademia di Atene, la celebre scuola platonica, ma non il punto preciso. A quanto pare, si troverebbero nel giardino di Platone, un’area privata riservata al filosofo greco, vicino a quello che veniva chiamato Museion o sacello sacro alle Muse.
I papiri hanno poi permesso di scoprire altri dettagli interessanti, come ad esempio nuove circostanze sulla morte di Platone e sulla sua ultima notte. Inoltre, siamo venuti a conoscenza del fatto che il filosofo venne venduto come schiavo sull’isola di Egina nel 404 a.C.: fino a poco tempo fa, si pensava questo evento fosse avvenuto mentre Platone si trovava in Sicilia alla corte di Dionisio I di Siracusa, nel 387 a.C.
Papiri di Ercolano, le altre scoperte
Naturalmente, i papiri di Ercolano hanno permesso di portare alla luce molte altre informazioni preziose. In particolare, i rotoli finora aperti hanno restituito testi greci mai giunti fino a noi, come ad esempio il saggio “Sulla natura” di Epicuro e le opere di Filodemo di Gadara. Alcune righe, infine, parlano del celebre personaggio di Carneade, che venne poi in seguito citato anche da Alessandro Manzoni nel suo romanzo “I Promessi Sposi”.
Ora che tutte queste interessanti informazioni sono tornate a galla, il progetto di analisi dei restanti papiri di Ercolano sembra più entusiasmante che mai. Questi rotoli hanno sicuramente molto altro da svelarci, anche se occorrerà del tempo prima di poter far riemergere per intero il loro contenuto. Lo studio dovrebbe andare avanti almeno fino al 2026, nella speranza di scoprire altri segreti finora rimasti sconosciuti.
Inoltre, è stata recentemente allestita l’Officina dei Papiri della Biblioteca Nazionale di Napoli, che si propone l’obiettivo di archiviare le immagini ottenute dai papiri per poterle poi mettere a disposizione del pubblico online. Sarà una risorsa preziosissima per tutti gli studiosi e per i semplici curiosi.
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