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Papiri di Ercolano letti con l'Intelligenza Artificiale

Tre giovani ricercatori sono riusciti a decifrare una parte dei preziosissimi papiri di Ercolano, grazie all'aiuto dell'intelligenza artificiale

Ercolano

La Vesuvius Challenge ha finalmente tre vincitori: si tratta di giovani ricercatori che sono riusciti, grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, a decifrare parte del contenuto – da secoli illeggibile – dei famosi papiri di Ercolano, andati carbonizzati durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Ecco che cosa sappiamo su questa importante scoperta.

Che cosa sono i papiri di Ercolano

Nel corso del ‘700, alcuni scavi presso i resti di una villa situata ad Ercolano hanno portato alla scoperta di una ricca biblioteca di autori classici, tra cui moltissime opere perdute. I papiri, tuttavia, erano risultati essere carbonizzati a causa dell’eruzione del Vesuvio che ha distrutto la città (così come la vicina Pompei): fragilissimi come cristallo, srotolarli era impossibile con le tecniche di allora.

Purtroppo, ancora oggi non abbiamo le capacità per aprire questi preziosissimi papiri e leggere semplicemente quello che vi è scritto. È nata così la Vesuvius Challenge: lanciata da Nat Friedman in collaborazione con Daniel Gross e Brent Seales, ha messo in palio un ricco premio in denaro per chi fosse riuscito a decifrare almeno quattro passaggi di 140 caratteri ciascuno.

Il premio a tre giovani ricercatori

Ad aggiudicarsi il premio di ben 700mila dollari sono stati tre giovani ricercatori, che hanno fatto ben più di quanto previsto per poter vincere la challenge. Luke Farritor, 22enne studente universitario statunitense e stagista di SpaceX, è stato il primo in assoluto a riuscire a decifrare una parola (“porpora”) da un papiro di Ercolano ancora arrotolato.

Assieme a lui, il premio è andato a Youssef Nader, 27enne egiziano dottorando della Freie Universität di Berlino (ha decifrato una colonna di papiro per secondo), e a Julian Schillinger, studente svizzero di robotica dell’Eth di Zurigo (ha permesso, con il suo lavoro, la mappatura in 3D di ampie parti di papiro). Insomma, la loro si è rivelata una collaborazione vincente.

La scoperta con l’aiuto dell’IA

Il papiro di Ercolano analizzato dai tre giovani ricercatori, che si trova fisicamente presso l’Institut de France a Parigi, si è svelato grazie anche all’aiuto dell’intelligenza artificiale. In un primo momento, si è proceduto con la creazione di una scansione 3D ottenuta mediante tomografia a raggi X (e più precisamente, attraverso un acceleratore di particelle che produce raggi X ad alto flusso).

Quindi le foto così realizzate ad altissima risoluzione vengono scomposte e, utilizzando alcuni speciali algoritmi di intelligenza artificiale, vengono sottoposte ad analisi per il rilevamento dell’inchiostro. Così facendo, è stato possibile decifrare tutte le 15 colonne di testo, per un totale di oltre 2.000 caratteri greci. Di che cosa parla il papiro di Ercolano?

Il contenuto riguarda la musica, il cibo e più in generale il piacere, che è il tema per eccellenza della filosofia epicurea. L’autore, probabilmente Filodemo di Gadara, si chiede se la disponibilità di beni possa influenzare il piacere che essi generano, e più in particolare se la loro scarsità dona più piacere: “Come anche nel caso del cibo, non crediamo che i beni meno disponibili siano in assoluto più piacevoli di quelli abbondanti” – si legge nel rotolo.

Questa prima scoperta è importantissima: ci sono infatti ancora numerosi rotoli di papiri estratti ad Ercolano, che finora sembravano inaccessibili per via della loro fragilità. Sono quasi tutti conservati presso la Biblioteca nazionale di Napoli “Vittorio Emanuele III”, e forse presto ci riveleranno i loro preziosissimi segreti celati per tanti secoli.