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Ostriche e champagne, bufera sul rifugio chic alle Dolomiti

Affacciato sul massiccio della Marmolada, nella Val di Fassa, il rifugio Fredarola è al centro di polemiche perché offre ostriche e champagne

Pubblicato:

Martina Bressan

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

Fredarola di Canazei, Dolomiti

Le Dolomiti, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, rappresentano una delle destinazioni più amate per le vacanze invernali. Con le loro maestose vette e paesaggi mozzafiato, attirano ogni anno migliaia di appassionati di sci, escursionisti e amanti della natura. L’esperienza e il modo di vivere la montagna sembra stiano cambiando: accanto ai tradizionali rifugi rustici e accoglienti, sorgono strutture sempre più moderne e lussuose. È il caso del Fredarola di Canazei, in Trentino, recentemente ristrutturato per offrire comfort esclusivi a oltre 2.300 metri di altitudine. Una trasformazione che ha scatenato polemiche sui social e diviso l’opinione pubblica.

Fredarola di Canazei: suite, spa e champagne a 2.370 metri

Situato in una posizione privilegiata tra le Dolomiti della Val di Fassa, il rifugio Fredarola si affaccia sul massiccio della Marmolada e offre una vista spettacolare. Fondato nel 1972 dal nonno di Silvano Parmesani, maestro di sci, rifugista ed ex sindaco di Canazei, questo storico rifugio è stato recentemente trasformato in una struttura unica e chic. Oggi, oltre al tradizionale ristoro, il Fredarola propone camere rinnovate, due suite con sauna privata e un centro benessere dotato di piscina, idromassaggio e sauna finlandese.

La ristrutturazione portata avanti da Silvano Parmesani ha portato anche un cambiamento nel menu della struttura. Il menù ora oltre a includere i classici della cucina trentina, come canederli, polenta e speck, vanta anche piatti a base di pesce fresco, ostriche e champagne. Questo cambiamento in generale ha suscitato molte critiche. Il ‘Corriere del Trentino’ che ha raccontato il caso riporta che sui social, i detrattori si sono scagliati contro il Fredarola definendolo “un inno alla cafonaggine” e “una distorsione dello spirito della montagna”. Altri affermano che trasformare un rifugio in una sistemazione di lusso snaturi il senso di accoglienza semplice e autentica che caratterizza i rifugi di montagna.

Le dichiarazioni del gestore Silvano Parmesani

Silvano Parmesani, gestore del Rifugio Fredarola, è un uomo profondamente legato alla montagna. La sua famiglia, infatti, gestisce questo rifugio da ben quattro generazioni. Parmesani che ora porta avanti la struttura con i nipoti Giulia e Patrick ha risposto in maniera diretta alle critiche difendendo le scelte intraprese. Il Fredarola, infatti, resta un rifugio circondato dalla splendida cornice delle Dolomiti aperto a tutti. Le sue parole sono state riportate da un articolo del ‘Corriere’: “Il rifugio è stato costruito da mio nonno Romano nel 1972, insieme all’amico Aldo Guerra, e per noi è sempre stato un luogo simbolo. È vero, oggi puntiamo molto sul comfort, ma rimaniamo un rifugio a tutti gli effetti.”

Alla domanda sui prodotti come le ostriche sul menu, Parmesani al ‘Corriere’ chiarisce: “Sì, è possibile ordinare anche ostriche e champagne, ma la nostra cucina valorizza soprattutto i prodotti locali. Proponiamo piatti tipici trentini come speck, formaggi, polenta e funghi, accanto a carni alla griglia e pizze cotte nel forno a legna. Certo, abbiamo anche il pesce fresco e una carta dei vini che include etichette di pregio, ma collaboriamo strettamente con produttori locali come Trento Doc e Moser. L’obiettivo è offrire un’esperienza completa, adatta a ogni tipo di clientela”.

Parmesani parla anche dei lavori svolti durante i mesi di ristrutturazione, sottolineando che questo rimane sempre un rifugio che accoglie tutti: sciatori, escursionisti ma anche a chi ricerca relax e comfort. Alle critiche più feroci, il proprietario risponde sottolineando il valore del rifugio come punto di riferimento in alta quota tanto da averlo rinominato Fredarola-Harbor come richiamo al concetto di porto.