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Napoli, restaurato il tesoro trovato al Maschio Angioino

La Soprintendenza ha dato il via a delle operazioni di restauro per delle opere di grande valore rinvenute nei sotterranei del Maschio Angioino

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Il tesoro del Maschio AngioinoLavori eseguiti nei sotterranei del Maschio Angioino hanno portato alla luce numerosi quadri, dall’inestimabile valore, realizzati da importanti autori come Luca Giordano, Paolo De Matteis, Francesco De Mura e Massimo Stanzione. La Soprintendenza ai Beni Culturali ha, quindi, scelto di assegnarli ad un laboratorio perché vengano restaurati e poi esposti al pubblico.

Al Maschio Angioino di Napoli è stato scoperto un tesoro d’arte dall’inestimabile valore

Il Maschio Angioino di Napoli è uno dei simboli della città ed è un complesso voluto in prima istanza da Carlo I d’Angiò, che nel 1266 spostò la capitale del regno da Palermo a Napoli. Il sovrano voleva una nuova residenza degna della famiglia reale dato che Castel Capuano era stato giudicato in adeguato. Nel corso dei secoli il maniero è stato poi più volte ampliato dai diversi sovrani fino a raggiungere l’aspetto attuale. Ora il Maschio Angioino è sede di un museo inaugurato nel 1990 e vanta un percorso che va dalla cappella Palatina passando poi per la sala dell’Armeria fino ad arrivare al primo e secondo piano che sono stati adibiti ad esposizioni di quadri e sculture.

È proprio qui verranno esposte con grande probabilità le opere rinvenute casualmente nei sotterranei del complesso dal personale del Comune di Napoli. Durante dei lavori nei piani sotterranei, infatti, sono state trovate numerose creazioni pittoriche dal grande valore artistico. Questo patrimonio ritrovato casualmente consta di centinaia di tele e alcune sculture che si pensava fossero tesori ormai andati persi o distrutti. La Soprintendenza ai Beni Culturali ha quindi dato l’avvio a delle operazioni conservative e di restauro per almeno dodici opere predisponendo un costo complessivo di circa 80.500 euro. Una volta riportati all’originale splendore le opere saranno esposte all’interno del percorso espositivo del Maschio Angioino o forse verrà realizzata una speciale esposizione a Napoli.

Le opere scelte dalla Soprintendenza per il restauro

Su oltre 400 opere ritrovate presso il Maschio Angioino questa volta sono stati selezionati 12 tesori artistici che verranno restaurati da un laboratorio specializzato e altamente qualificato. Si tratta di creazioni realizzate tra il XVI e il XVIII secolo da importanti artisti come Luca Giordano, Paolo De Matteis, Francesco De Mura, Ippolito Borghese, Massimo Stanzione e altri non ancora noti. Più nello specifico sono stati selezionati: 7 olio su tela, 5 olio su tavola e 2 sculture lignee policrome. Queste opere provenivano in gran parte dagli Istituti di Carità soppressi o da chiese chiuse o sconsacrate, pratiche che sono avvenute in particolare durante l’epoca napoleonica.

Guardando la lista dei capolavori si vedono quadri come: “Eterno Padre”, olio su tela del XVII secolo di Ippolito Borghese e “Il cieco di Gerico”, un olio su tela del XVIII secolo attribuito a Francesco De Mura. Si prosegue poi con “San Giovanni Battista”, olio su tela del XVII secolo copia da Massimo Stanzione e “Cristo innalzato sulla croce”, olio su tela del XVII secolo dell’ambito Luca Giordano. Da non dimenticare due tele di Paolo De Matteis risalenti al XVIII secolo: “SS Trinità”, olio su tela con cornice lignea dorata e “La Vergine, Cristo e San Nicola di Bari”, un altro olio su tela con cornice lignea dorata. Le altre opere tra pitture e sculture hanno tutte soggetti religiosi che rimandano ai Vangeli, alla vita di Cristo e dei Santi e sono in gran parte ancora di incerta attribuzione o di artisti ignoti.