Questo sito contribuisce all’audience di

Virgilio InItalia

Migliori CEO al mondo, c'è Benedetto Vigna di Ferrari: chi è

Il Brand Guardianship Index 2025 rivela la classifica dei migliori CEO al mondo, con un leader italiano che conquista un posto tra i primi cinque

Pubblicato:

Valentina Alfarano

Valentina Alfarano

Editor & Coach Letterario

Lavorare con le storie è la mia missione! Specializzata in storytelling di viaggi, lavoro come editor di narrativa e coach di scrittura creativa.

Migliori CEO 2025 con un italiano in top 5

Brand Finance pubblica ogni anno il ‘Brand Guardianship Index’, una classifica che valuta la reputazione e l’efficacia dei CEO su scala mondiale. L’edizione 2025 riserva una sorpresa significativa per l’Italia: Benedetto Vigna, amministratore delegato di Ferrari, si posiziona al quarto posto.

Chi è Benedetto Vigna

Nel ‘Brand Guardianship Index 2025’, Benedetto Vigna, CEO di Ferrari, emerge come il dirigente italiano più influente, posizionandosi al quarto posto nella classifica mondiale; un riconoscimento che premia la sua guida strategica, capace di consolidare il valore del brand e ottenere risultati economico-finanziari di rilievo.

Vigna ha superato leader del calibro di Sundar Pichai (Google) ed Elon Musk (Tesla), confermandosi tra le figure più autorevoli del panorama globale. Alla guida della Ferrari dal 2021, dopo una carriera di successo in StMicroelectronics, ha saputo esaltare l’identità del marchio, rafforzandone il prestigio e mantenendone alta l’attrattività a livello internazionale.

L’Italia si distingue nella classifica con tre manager di spicco: oltre a Vigna, figurano Flavio Cattaneo (Enel, 73° posto) e Andrea Guerra (Prada, 80° posto). Questo posiziona il Paese al quinto posto tra le nazioni più rappresentate, preceduto da Stati Uniti, Cina, India e Germania.

La top 10 dei leader aziendali più influenti al mondo

Il ‘Brand Guardianship Index 2025’ evidenzia il predominio del settore tecnologico nella leadership globale. Satya Nadella, CEO di Microsoft, mantiene il primo posto, grazie a un incremento medio annuo del 26% del valore del brand dal 2014, anno in cui ha assunto la guida dell’azienda.

Al secondo posto si posiziona Tim Cook, che ha portato Apple a scalare due posizioni rispetto alla classifica precedente. Jensen Huang, CEO di Nvidia, chiude il podio, rafforzando il valore dell’azienda grazie all’espansione dell’intelligenza artificiale.

L’età media dei CEO più influenti riflette un equilibrio tra esperienza e innovazione: la maggior parte rientra nella fascia 50-59 anni, mentre il più giovane in classifica è Joshua Kobza, 37enne CEO di Tim Hortons. Il più anziano è invece Zhangfei Ren di Huawei.

Nonostante alcuni progressi, la presenza femminile tra i migliori CEO resta limitata: la prima donna in classifica è Lenna Nair, CEO di Chanel, che occupa il 19° posto. Complessivamente, solo sette donne figurano tra i 100 leader più influenti.

Le qualità vincenti dei migliori CEO al mondo: cosa li distingue?

Come evidenziato da ‘Forbes’, l’indagine di Brand Finance evidenzia che la reputazione di un CEO dipende sempre più dalla sua capacità di guidare il cambiamento. Come afferma Annie Brown, valuation director di Brand Finance, “Il crescente numero di ceo nel Brand Guardianship Index che vengono scelti all’esterno sostiene l’idea di una svolta verso una leadership orientata al cambiamento, approccio che è direttamente connesso alla crescita del valore del brand”.

Questa tendenza premia leader capaci di rendere le aziende più dinamiche e competitive. Secondo Brown, i brand devono “essere agili e aperti a cambiare per adattarsi, sopravvivere e crescere in un mercato globale dinamico e imprevedibile”.

Come sottolineato dall’esperta, i migliori CEO “devono coinvolgere e ispirare le persone che lavorano con loro, con una creazione di valore significativa e a lungo termine. I nostri dati mostrano una tendenza emergente per cui i ceo che vengono selezionati all’esterno dell’azienda hanno reputazioni più forti e hanno più successo. Brand Finance si aspetta che le future ricerche Brand Guardianship Index vedranno una continuazione di questa tendenza”.