Il miglior ristorante straniero d'Italia? È il Wicky's di Milano
Secondo l'Espresso, il ristorante di Wicky Pryan è il migliore in Italia dove mangiare genuino cibo giapponese, incontaminato da stereotipi
Chi l’ha detto che il cibo giapponese è solo sushi e tempura? Nel ristorante Wicky’s di Milano, in corso Italia 6, le pietanze travalicano gli stereotipi per abbracciare gusti raffinati e ricercati. Scelta meticolosa dei migliori ingredienti, fusione sapiente di gusti, amalgama di sapori nipponici e italiani, questa la formula vincente del ristorante di Wicky Pryan, lo chef che gestisce il miglior ristorante in Italia per gustare prelibatezze etniche, secondo le valutazioni della guida de L’Espresso.
La cucina nipponica declinata attraverso gli ingredienti mediterranei. Un approccio al cibo in tutto e per tutto asiatico che seleziona i migliori aspetti e i segreti del buon mangiare nipponico, adattati, però, ai genuini ingredienti di casa nostra. Il WICKY’S Wicuisine Seafood è un raffinato tempio del gusto che basa buona parte del proprio successo sulla “kaiseki”, una delle forme di pasto tradizionali della cucina nipponica più apprezzate, ma con la giusta contaminazione di italianità, quanto basta, in modo anche da evitare l’idea di “fusion” che allo chef originario dello Sri Lanka non piace affatto: «La mia è cucina giapponese, con qualche contaminazione mediterranea » chiarisce, con orgoglio.
Far capire anche ai palati più disabituati il valore della bontà, frutto di una selezione accurata dei migliori ingredienti, è questa la missione che Wicky Pryan persegue. Una dedizione che riversa con passione in ogni piatto che lui e il suo team di affiatati collaboratori preparano per i cultori del cibo del Sol Levante. Per lo più, nonostante di solito si associ tale cucina al crudo, i piatti preparati al Wicky’s sono cotti. Sulla carta 40 portate, simbolo della cucina asiatica più raffinata con piccoli innesti di sapori italiani. Una formula molto apprezzata dai clienti. Quando arriva un nuovo allievo, Wicky Pryan consegna ai giovani volenterosi di imparare i segreti della cucina giapponese un taccuino. Serve per annotare le sensazioni che scaturiscono dall’assaggio di nuovi piatti. Segue poi una discussione per elogiare l’eccellenza e proporre migliorie. Un approccio al cibo filosofico, riflessivo, lento che ripaga con sapori unici e inimitabili i palati degli avventori.
Una laurea in criminologia, il rispetto per le tradizioni e la passione per la cucina coltivata in anni di dura gavetta. Questo l’identikit di Pryan. Il suo stile è figlio di insegnamenti attinti da saggi maestri come Sushi Kan e Kaneki, dei mostri sacri nell’ambito della cucina giapponese che al di là dei segreti del buon cibo hanno insegnato al nuovo guru di sapori della città meneghina il sacro rispetto per il cliente e l’importanza di servire pietanze in un ambiente accogliente.
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