Le spiagge italiane selvagge e incontaminate
Il fascino selvaggio delle spiagge allo stato naturale tra terra e mare: eccone alcune ancora incontaminate
L’Italia dispone di un’abbondanza di coste incredibile, con una varietà e una diversità orografica semplicemente ineguagliabile. In questo affascinante repertorio naturalistico spiccano le molte spiagge ancora incontaminate il cui litorale non è attrezzato ed è completamente privo di servizi.
Luoghi spartani ma ideali per una vacanza avventurosa e scomoda: spesso infatti per raggiungere queste spiagge è necessario camminare tra le dune su sterrati non percorribili dalle auto. Ma, giunti a destinazione, ci si rende immediatamente conto di come la fatica sia stata ben spesa.
Il primo punto di approdo nel nostro viaggio descrittivo è il Salento; qui una delle spiagge incontaminate più apprezzate è l’Approdo di Enea in località Porto Badisco nel comune di Otranto. Si tratta di insenatura che, secondo la leggenda e da quanto raccontato nell’Eneide, fu il punto di approdo sulle coste pugliesi dell’eroe troiano.
Località splendida, poco a sud-ovest di Capo d’Otranto, si caratterizza per un aspetto roccioso e acque trasparenti perfettamente limpide. Nei dintorni è stato scoperto nel 1970 un complesso di grotte carsiche sotterranee: si estendono in lunghezza per alcuni chilometri e spesso si aprono in ampie sale decorate da stalattiti. Il nome del complesso è Grotta dei Cervi, dal nome degli animali più frequentemente rappresentati sulle pareti rocciose.
Infatti la cavità fu usata come abitazione circa 4.000 anni fa dai primi abitanti di Capo d’Otranto, che ne decorarono le pareti con pitture neolitiche raffiguranti scene di caccia. In più, nelle grotte ancora integre, sono stati rinvenuti oggetti di osso e selce e frammenti di materiale ceramico.
Poco distante, sempre in provincia di Lecce, troviamo le dune di Porto Cesareo, a meno di 100 chilometri di distanza da Taranto. Questa spiaggia si trova in un tratto costiero frastagliato, è libera e non soffocata dai vicini stabilimenti. Si distingue per i fondali bassi, le acque azzurre e cristalline e un litorale di sabbia fine e dorata.
In più è orlata da un cordone di dune, che ne fanno un paradiso naturale vero e proprio. Di fronte sorgono scogli, isolotti e l’Isola Grande, riserva marina protetta dal 1997.
In Toscana ci sono altre due delle spiagge selvagge e allo stato naturale: la prima, in provincia di Pisa, si trova in località Migliarino. Si tratta della spiaggia libera di marina di Vecchiano. Limitata dalla foce del Serchio a sud (la riserva naturale di Bocca del Serchio), sorge tra due stabilimenti balneari e si raggiunge dopo aver attraversato dolci dune sabbiose ricoperte di macchia mediterranea che si estendono per qualche centinaio di metri.
Il litorale, lungo quasi tre chilometri, è ancora selvaggio e di sabbia chiara, caratterizzato da ampie secche e fondali bassi. Si trova all’interno della tenuta di Migliarino San Rossore Massaciuccoli. Nelle vicinanze si trova anche la riserva naturale della Bufalina.
Anche nelle vicinanze della cittadina di Viareggio, nella rinomatissima e molto frequentata Versilia, si può trovare una spiaggia selvaggia e incontaminata: si tratta de La Lecciona, raggiungibile attraverso la pineta a piedi o con la bici. Sono state montate passerelle di legno per evitare di calpestare la rara vegetazione spontanea (il camuciolo con piccoli fiori gialli, l’elicrisio e l’euforbia), che cresce sulle piccole dune sabbiose e le preserva dall’erosione.
Ultima, non certo per importanza e bellezza, delle spiagge selvagge citate in questo articolo, quella di Piscinas, in Sardegna. Sorge lungo la Costa Verde, in un’area splendida e isolata: per questo si è mantenuta intatta.
È conosciuta in tutto il mondo per le dune che circondano come una cintura sabbiosa l’arenile: infatti, sono tra le più grandi in tutto il continente europeo, in quanto si estendono per qualche chilometro e hanno un’altezza davvero notevole.
Per questo l’UNESCO le ha dichiarate Patrimonio dell’Umanità. Le dune di Piscinas si caratterizzano per essere ancora vive, perché vengono periodicamente modellate dal maestrale. Qui crescono specie autoctone come lo sparto pungente, il giglio di mare, il ginepro e la carota spinosa. In alcuni periodi dell’anno la spiaggia, lunga ben 7 chilometri, è raggiunta da esemplari di cervi e tartarughe marine. Quest’ultime vengono qui per deporre le uova.
Piscinas è una località molto amata e frequentata sia dai surfisti che dai sub: infatti, esattamente come buona parte della costa occidentale sarda, è caratterizzata da un mare poco calmo. Di conseguenza, soprattutto in inverno, le onde alte sono l’ideale per praticare il surf. Inoltre sul fondo sabbioso è possibile ammirare i resti di un relitto di alcuni secoli: si tratta di una nave inglese affondata con il suo cannone e il suo carico di piombo.
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