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La laguna di Venezia sale di 5 millimetri all'anno: la previsione

Uno studio ha analizzato i dati sulla crescita del livello medio del mare a Venezia: la previsione è che Piazza San Marco potrebbe essere sommersa

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Martina Bressan

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

La laguna di Venezia sale

I dati statistici del Centro maree del Comune di Venezia rivelano un fatto per gli studiosi preoccupante: il livello medio del mare a Venezia cresce di circa 5 millimetri all’anno. Continuando di questo passo San Marco potrebbe essere sommersa dall’acqua in poco più di cento anni. La laguna veneta, in realtà, è al centro di uno studio più approfondito che riguarda tutto il Mar Mediterraneo e l’aumento del livello delle acque del Mare Nostrum.

L’aumento del livello del mare nella laguna di Venezia e le sue conseguenze

Uno degli effetti del cambiamento climatico è l’innalzamento del livello del mare come emerso da uno studio realizzato dai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Per quanto riguarda il Mar Mediterraneo, ad esempio, l’incremento entro il 2150 potrebbe aggirarsi attorno a 1.5 metri circa. Questo si presenta come uno scenario molto complicato per la costa italiana ma soprattutto per la città Venezia esposta da anni a questo fenomeno. Sin dalla fine dell’Ottocento, quando sono avvenute le prime rilevazioni, il livello medio del mare della zona è risultato in continua crescita. Più precisamente stando ai dati del Centro maree del Comune di Venezia si innalza di quasi mezzo millimetro all’anno.

Le statistiche del Centro maree sono state combinate con quelle di altri istituti e con i dati del Cnr conseguiti tra il 2008 e il 2023. I numeri estrapolati mostrano che il livello della marea a Venezia negli ultimi anni è aumentata velocemente: attualmente si va dai 4,22 millimetri del Lido e 4,38 di Punta della Salute fino ai 5 di Malamocco e ai 5,91 di Chioggia. Nello specifico questa è in media 32 cm più alta rispetto all’inizio del secolo scorso, con una crescita media di 4 millimetri all’anno dal 1993 al 2022.

Con questi numeri la previsione è che nel 2150 piazza San Marco potrebbe trovarsi sommersa da 70 centimetri d’acqua, così come parte della zona occidentale della città. A questo si somma l’aumento della frequenza degli episodi di acqua alta: tra il 2009 e il 2013 sono stati 24 quelli sopra i 110 centimetri mentre tra il 2019 e il 2023 ben 58.

Lo studio sull’innalzamento del mare

Se il mare della laguna di Venezia si è innalzato di più di 30 centimetri nell’ultimo secolo, il Mediterraneo dal 1900 è cresciuto di 18 centimetri. La situazione preoccupa molto gli esperti perché comporta non solo erosione della costa ma anche effetti ambientali ed economici rilevanti sulla popolazione e sulle attività costiere.

Marco Anzidei, ricercatore dell’Ingv e primo autore dello studio “Innalzamento del mare ed eventi estremi lungo le coste del Mediterraneo: il caso di Venezia e la consapevolezza della popolazione, dei portatori di interessi e decisori politici” ha parlato proprio di questo problema. Le sue dichiarazioni in merito sono state riprese dal ‘Corriere del Veneto’: “L’aumento del livello marino, in particolare se questo viene accelerato localmente dalla subsidenza, sta causando erosione costiera, arretramento delle spiagge e inondazioni marine sempre più gravi e diffuse con impatti ambientali e socioeconomici molto importanti sulle popolazioni costiere.”

L’effetto di questa situazione sarebbe il persistente avanzare del mare, a cominciare proprio da Venezia. In questo contesto, però, sembra non essere stato considerato il Mose, che da qualche anno protegge la città di Venezia dall’acqua alta. Elisabetta Spitz, commissaria al Mose, ha precisato proprio questa cosa sottolineando gli effetti positivi che questa infrastruttura sta dando a un ambiente fragile come quello della laguna. Le sue parole sono state riportate sempre dal ‘Corriere’: “Lo studio su cui si basa l’articolo esamina i possibili scenari di influenza dei cambiamenti climatici uniti alla subsidenza senza considerare il contributo del Mose che dal 2020 per oltre 80 volte ha protetto la città da eventi estremi e continuerà a farlo in futuro”.