I migliori professori d'italia, chi sono e dove insegnano
Per l'Italian Teacher Prize, è Annamaria Berenzi la migliore professoressa d'Italia, insegna ai ragazzi malati a non perdersi d'animo
Dalle cattedre del Nord alle lavagne del Sud l’Italian Teacher Prize, il Premio Nazionale Italiano organizzato dalla ministra Valeria Fedeli per individuare i migliori insegnanti d’Italia, ha fatto emergere le eccellenze della Penisola, professori che portano in alto la missione didattica e rendono la Scuola e le sue diramazioni luoghi d’eccellenza dove si trasmettere il sapere e la passione per lo studio in maniera innovativa, semplice e coinvolgente.
Non importa la materia insegnata, che sia latino, matematica o scienze ciò che l’Italian Teacher Prize premia è la capacità di trasmettere la conoscenza ai ragazzi, con profitto, attraverso anche i metodi più sperimentali, l’importante è che riescano a catturare l’attenzione degli studenti, missione quanto mai complicata in un’era in cui i distrattori sono il principale competitor degli insegnanti, primo indiziato lo smartphone, buco nero in cui si tuffa e svanisce l’attenzione dei ragazzi di ogni età. Non solo capacità di insegnamento, ma anche il saper affrontare situazioni delicate, che richiedono grande professionalità e servano da iniezioni di fiducia.
Ed è quello che ha fatto Annamaria Berenzi, professoressa di matematica al I.I.S. Castelli di Brescia, che insegna numeri e formule ai ragazzi che lottano contro i tumori. Fronteggiare il dolore di malati così giovani, dissolvere il patimento con lo studio o una parola di conforto per riaccendere la speranza, questi gli ingredienti che la professoressa lombarda ha utilizzato per fornire non solo un metodo e delle nozioni scientifiche, ma anche un obiettivo per un risultato che avvicini alla guarigione, grazie anche a una vicinanza umana molto importante in questi frangenti.
Stesso obiettivo della professoressa di Matematica Daniela Ferrarello, del IPSSAR Wojtyla di Catania. La sua missione far riavvicinare allo studio persone incarcerate, per offrire loro uno strumento di riscatto e crescita. La fantasia di chi vorrebbe vedersi libero, fuori dalle sbarre è lo strumento su cui la professoressa fa leva, in modo da insegnare senza sforzo gli aspetti più affascinanti della matematica, che in molti riscoprono apprezzano e vedono sotto un’altra luce, nonostante non si avvicinino a un libro da molto tempo.
Insegnare ai ragazzi a leggere tra le righe, a comprendere a fondo dinamiche storiche e di educazione civica. Questa è la missione di Consolata Maria Franco, professoressa di Storia presso l’istituto Penale Minorile di Nisida, in provincia di Napoli. Un metodo costruttivo che ha portato negli anni alla pubblicazione di sette libri da parte dei ragazzi, uno anche dedicato alla Costituzione. Perché per studenti così giovani, che hanno commesso degli errori, l’unico riscatto è rendersi conto, soprattutto attraverso lo studio, della cattiva strada che avevano intrapreso in modo da aprirne le porte a nuove opportunità.
Ma ci sono anche i professori che ce la mettono tutta tra le quattro mura degli istituti scolastici per accendere, con metodi nuovi e accattivanti, l’interesse dei ragazzi. Come fa il professore di scienze matematiche, fisiche e naturali Dario Gasparo, al Valmura di Trieste. Lezioni di botanica tra i boschi, di fisica tra le nevi e analisi degli strumenti che si hanno a disposizione, come un pianoforte, per scoprire i segreti della fisica attraverso le curvature delle corde. Ogni occasione è buona per insegnare qualcosa ai ragazzi, soprattutto in attimi di vita vissuta e non necessariamente dietro i banchi di scuola.
Metodi innovativi e coinvolgenti come quelli della professoressa Maria Lina Saba di discipline economico-aziendali all’I.T.C.G. Enrico Fermi di Pontedera che insegna ai ragazzi economia aziendale attraverso lo studio di politiche pubblicitarie e strategie di marketing più adatte, proprio come farebbe un imprenditore. O come il campionato nazionale di geografia organizzato dal professor Riccardo Canesi del I.I.S. Zaccagna di Carrara che ha trasferito l’amore per la geografia ai ragazzi attraverso campionati nazionali, in modo che comprendano i motivi delle migrazioni. La ricerca del profumo preferito di Giulio Cesare, attraverso gli scarni indizi forniti dai libri dell’antichità hanno premiato il professor , in provincia di Carrara, dell’ I.T.I.S. Galilei di Avenza, per la voglia di sperimentare e scoprire che ha coinvolto i ragazzi nella ricerca.
Ma questo sono solo alcuni degli esempi virtuosi che si annidano negli oltre 11.000 partecipanti al concorso che raccontano di una classe docenti italiana forte e piena di energia, desiderosa, di cambiare in meglio la Scuola e insegnare in maniera proficua ai ragazzi quanto può loro servire per migliorarsi.
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