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La Maddalena in Sardegna sarà raggiungibile solo a nuoto?

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Valentina Alfarano

Valentina Alfarano

Editor & Coach Letterario

Lavorare con le storie è la mia missione! Specializzata in storytelling di viaggi, lavoro come editor di narrativa e coach di scrittura creativa.

La Maddalena potrebbe diventare accessibile solo a nuoto

Negli ultimi giorni, la proposta di rendere le spiagge dell’arcipelago di La Maddalena accessibili solo a nuoto ha suscitato diverse reazioni. Un’idea provocatoria, lanciata da Claudio Denzi, presidente dell’Associazione degli operatori nautici del Nord-Est della Sardegna, che punta a salvaguardare l’ecosistema dell’isola.

Sostenibilità turistica a La Maddalena: accessi limitati per salvare l’arcipelago

L’arcipelago di La Maddalena è un vero e proprio gioiello naturalistico, ma secondo alcuni esperti e operatori del settore, il turismo di massa rischia di compromettere irrimediabilmente l’equilibrio ambientale. Il tema della sostenibilità turistica è da tempo al centro delle discussioni legate all’isola.

Claudio Denzi ha sottolineato, in particolare, come l’attuale afflusso di visitatori, favorito dai numerosi mezzi di trasporto, stia lentamente consumando il territorio. Una recente indagine del Consiglio nazionale delle ricerche ha evidenziato che ogni turista contribuisce involontariamente all’asportazione di piccoli quantitativi di sabbia, che nel lungo periodo minacciano le spiagge.

Come riportato sul ‘Corriere della Sera’, Denzi ha dichiarato: “Per conservare le spiagge dell’arcipelago e contemporaneamente conservare l’economia nautica c’è un solo rimedio: rendere le spiagge raggiungibili solo a nuoto, senza altro che il costume. Godersi per qualche minuto quegli angoli di paradiso e poi tornare a bordo. In questo modo non si sottrarrebbe neanche un granello di sabbia, non si calpesterebbe la vegetazione pioniera e non si interferirebbe con la fauna selvatica”.

Secondo Denzi, rendere obbligatorio l’accesso alle spiagge solo tramite nuoto potrebbe rappresentare una svolta decisiva. Un approccio che permetterebbe di evitare il calpestio della vegetazione e di ridurre al minimo l’impatto umano. Questa presa di posizione rappresenta una risposta forte a un modello turistico ritenuto ormai insostenibile.

La Maddalena e la gestione dei cinghiali: un equilibrio tra fauna e turismo

Oltre al turismo incontrollato, un altro problema rilevante per La Maddalena è rappresentato dalla presenza sempre più invasiva dei cinghiali sulle spiagge. L’aggressione a un bambino avvenuta a Spargi lo scorso agosto ha sollevato molte preoccupazioni. Denzi e altri rappresentanti delle associazioni ambientaliste ritengono che la colpa sia soprattutto dei turisti che continuano a ignorare i divieti.

Come dichiarato da Claudio Denzi: “A Spargi sbarcano circa 6 mila turisti al giorno. Un esercito di piedi che fresano tutto. Gente che non ha rispetto del territorio anche perché non vi è alcun controllo. E i più incoscienti arrivano a dare da mangiare ai cinghiali per poter avere una fotografia da distanza ravvicinata. Danno loro di tutto, perfino gelati”.

Per risolvere questa situazione, si è deciso di procedere con abbattimenti selettivi di alcuni esemplari considerati particolarmente confidenti. Questa misura ha suscitato accese polemiche. Diverse associazioni animaliste hanno criticato l’ordinanza del sindaco di La Maddalena, sostenendo che gli abbattimenti non risolvono il problema alla radice. In risposta a tali critiche, il Parco della Maddalena ha emesso un nuovo provvedimento che vieta esplicitamente di dare cibo alla fauna selvatica.

Le proposte per proteggere La Maddalena continuano a dividere. Se da una parte c’è chi vede l’idea degli sbarchi a nuoto come un sacrificio necessario per preservare l’ambiente, dall’altra c’è chi ritiene che sia necessario trovare soluzioni più equilibrate che tengano conto anche dell’economia locale, basata in gran parte sul turismo.

È chiaro, però, che un cambiamento è necessario. I dati parlano chiaro: ogni anno, migliaia di persone sbarcano sulle spiagge dell’arcipelago, portando con sé non solo ombrelloni e attrezzature da spiaggia, ma anche un impatto ambientale significativo. Senza un intervento mirato, il rischio di vedere scomparire queste meravigliose spiagge sembra sempre più concreto.