Isola di Spargi chiusa per abbattere i cinghiali: è polemica
L'isola di Spargi è stata provvisoriamente chiusa per un'operazione di abbattimento dei cinghiali dopo l'aggressione di un bambino in spiaggia
L’isola di Spargi, parte dell’arcipelago di La Maddalena, è stata temporaneamente chiusa per consentire l’abbattimento di alcuni cinghiali dopo una serie di aggressioni ai danni di turisti, tra cui un bambino di 9 anni, azzannato mentre si trovava in spiaggia. L’ordinanza ha imposto il divieto di accesso all’isola e ha interdetto la navigazione, l’ormeggio, la sosta, la balneazione e la pesca in un’ampia zona circostante.
Isola di Spargi chiusa per l’abbattimento dei cinghiali dopo l’incidente
Un incidente che ha destato preoccupazione tra i residenti e i turisti, soprattutto in un luogo noto per la sua bellezza e la sua biodiversità. Le operazioni di abbattimento, considerate urgenti e non rinviabili, si svolgeranno il 30 agosto dalle 15 alle 22. Durante questo periodo, «sul posto saranno presenti diverse unità navali della guardia costiera e delle altre forze di polizia a vigilare».
Per garantire che le operazioni si svolgano in sicurezza, la Capitaneria di Porto ha emanato un’ordinanza che prevede l’interdizione di un’ampia zona di mare attorno all’isola. Come si legge sulla nota riportata su ‘L’Unione Sarda’, la Capitaneria di Porto ha stabilito il divieto di recarsi «un’ampia zona di mare dell’isola, come noto in questo periodo altamente frequentata dai turisti».
In particolare, è stato vietato l’accesso e ogni tipo di attività nell’area costiera di Spargi, comprese la navigazione, l’ormeggio, la sosta, la balneazione, la pesca e le immersioni. Le zone interessate dall’interdizione includono alcune delle cale più frequentate, come Cala d’Alga, Cala Corsara, Cala Granara, Cala dell’Amore e Cala Connarsi.
Misure di sicurezza straordinarie sull’isola di Spargi
Le autorità hanno spiegato che, degli 80 cinghiali presenti sull’isola, solo 4 o 5 si sono mostrati particolarmente inclini ad avvicinarsi ai turisti. Questi esemplari, probabilmente abituati alla presenza umana e spinti dalla ricerca di cibo, sono stati individuati come i principali responsabili delle aggressioni. La decisione è stata supportata anche dal Parco Nazionale di La Maddalena, che ha emesso un’ulteriore ordinanza per vietare ai visitatori di dare cibo ai cinghiali.
Il provvedimento è stato pensato per ridurre al minimo l’interferenza tra fauna selvatica e persone, evitando comportamenti che possano attirare gli animali e, di conseguenza, aumentare i rischi di incidenti. Chi violerà questo divieto, sarà soggetto a sanzioni amministrative che possono variare da 516 a 2.065 euro.
La decisione di abbattere i cinghiali ha scatenato un acceso dibattito tra le diverse parti interessate. Se da un lato le autorità sottolineano la necessità di proteggere i visitatori e i residenti dell’isola, dall’altro, non mancano le voci critiche che mettono in discussione la scelta di ricorrere a metodi così drastici.
Molti ambientalisti, infatti, si sono espressi contro l’abbattimento, sostenendo che ci siano alternative meno cruente per gestire la popolazione di cinghiali. Alcuni esperti propongono, per esempio, la cattura e la ricollocazione degli animali in aree meno popolate o l’introduzione di misure per limitare la loro proliferazione senza ricorrere alla violenza.
Interessante, in questo senso, la proposta firmata a Sabaudia, invasa dai cinghiali, dove è stato proposto di installare gabbie mobili per arginare il problema.
Il dibattito rimane aperto, con entrambe le parti che continuano a difendere le proprie posizioni. Nel frattempo, l’isola di Spargi rimarrà interdetta.
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