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Gli under 40 puntano sul bio: accade soprattutto nel Sud

Il bio conquista i giovani under 40. Nel Sud il primato: scopriamo perché

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biologicoI giovaniunder 40 preferiscono il biologico: è quello che emerge da alcuni sondaggi. Sono numerosi, infatti, i giovani, soprattutto quelli laureati in agraria, che si dedicano anima e corpo a coltivazioni biologiche.

Molti sono anche ragazzi che hanno ereditato un piccolo apprezzamento di terreno da un parente e si inventano in modo intelligente un nuovo lavoro in questo momento economicamente così critico.

Ma che cosa sta avvenendo nello specifico? Si sta verificando un interessante avvicinamento alla terra e ai suoi prodotti. Si tratta di un vero e proprio boom. Alla base vi è una sentita filosofia di vita che riscopre la natura come sano motore della nostra esistenza.

A sostenere questa tesi sono soprattutto i dati mostrati di recente dalla Confederazione italiana agricoltori (Cia). Lo scorso settembre, infatti, nella città di Bologna, in occasione della seguitissima fiera SANA, manifestazione internazionale incentrata sul settore del biologico e del naturale, si è dato un ampio spazio ai giovani under 40 e al loro amore verso il bio.

Il focus è stato posto in modo particolare sul sistema produttivo: le giovani imprese hanno messo il turbo e si sono così lanciate alla conquista del biologico. Per quanto riguarda, invece, i consumatori in questo settore è emerso che ben tre su quattro hanno un’età compresa tra i 20 ed i 50 anni.

Da queste concrete premesse si spera che in futuro possa nascere un miglioramento ambientale grazie non solo a un maggiore senso di coscienza e di spirito critico verso la natura, ma anche grazie ad una conseguenziale tutela delle risorse che la terra ci offre.

A sviluppare questa nuova attenzione dei giovani verso il bio ha contribuito fortemente anche la presenza di importanti innovazioni avvenute nel campo tecnologico: strumenti che renderebbero sicuramente il lavoro meno pesante rispetto a quello svolto nel passato.

Da notare il primato del Sud in questo campo: infatti le regioni meridionali, rispetto a quelle del Centro e del Nord Italia hanno mostrato di avere effettivamente una marcia in più per quanto riguarda le coltivazioni bio.

A rivelarlo è stata ancora una volta l’analisi svolta dalla Cia, che ha evidenziato come nel Meridione sarebbero addirittura 60mila i giovani che hanno intrapreso il lavoro nel settore biologico. Ma gli studi hanno dimostrato anche l’aumento degli operatori che tocca il 6% nell’ultimo anno.

Nel nostro Paese viene coltivato un ettaro bio su dieci. Tutto cambia e anche notevolmente, se invece, ci spostiamo nel Mezzogiorno. Per esempio se in Calabria si coltiva, infatti, in modo bio un ettaro ogni tre, in Puglia si arriva a uno ogni quattro. Sono 1,5 milioni, secondo una ricerca attuale gli ettari coltivati in modo biologico.

Ciò che si spera è che anche le regioni settentrionali e centrali del nostro Paese possano essere presto influenzate in modo positivo dalla coltivazione bio intrapresa nel Sud. Quello che diventa ora di fondamentale importanza è educare, attraverso una campagna di sensibilizzazione, le persone al biologico, in modo da farle avvicinare direttamente al consumo dei prodotti.

Ma per fare questo che cosa occorre? Ci sono dei punti fondamentali da sviluppare come hanno compreso i giovani under 40. È necessario riuscire cioè a valorizzare, incrementare e ottimizzare le filiere, dirigere nel migliore modo possibile i sistemi del mercato e ancora mettere a punto azioni di marketing funzionale e altamente costruttivo per far conoscere in modo universale tutti i vantaggi che possono derivare da un prodotto coltivato biologicamente.

Durante il SANA si è compreso come nel nostro Paese su dieci famiglie solamente sette nell’ultimo anno hanno comprato un prodotto biologico. L’export è andato crescendo del +16% rispetto al 2015. Per incentivare i giovani under 40 ad avvicinarsi alle coltivazioni bio stanno nascendo un po’ in tutta Italia interessanti corsi formativi, il più delle volte totalmente gratuiti, che invitano tantissimi ragazzi a lavorare con la Terra in campo aperto.

Si tratta di full immersion che vengono rivolte in modo particolare a piccoli imprenditori agricoli con un’età compresa che va dai 18 ai 29 anni. Non manca, in certi particolari casi. anche la presenza di una borsa di lavoro che può arrivare fino a 500 euro.