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Il Gargoyle del Duomo di Milano sparito nel 1943 è stato trovato

Ritrovato il Gargoyle del Duomo di Milano scomparso nel nulla nel 1943 in seguito ai bombardamenti sulla città meneghina: la scoperta nelle Marche

Duomo di Milano

Un “gargoyle” del Duomo di Milano, una imponente scultura in marmo a forma di “dragone alato” che si trovava sulla guglia numero 6 e che era scomparsa nel nulla dopo essersi staccata a causa dei bombardamenti del 1943, è stata ritrovata dai Carabinieri a Vallefoglia, nella provincia di Pesaro-Urbino, nelle Marche. La statua è stata posta sotto sequestro dalla Procura della Repubblica di Milano.

La scoperta del Gargoyle del Duomo di Milano nelle Marche

Della scultura in questione, realizzata in marmo di candoglia e dal peso di 250 chilogrammi per un metro e mezzo di altezza, si erano perse completamente le tracce nel 1943, dopo che si era staccata dalla guglia numero 6 del Duomo di Milano su cui si trovava, in seguito ai bombardamenti sulla città meneghina.

Come è stato riportato dal ‘Corriere della Sera’, però, a distanza ormai di diversi anni e dopo aver fatto il giro d’Europa dal dopoguerra in poi, il dragone alato del Duomo di Milano è stato ritrovato nelle Marche dai Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Monza, nell’ambito di un’indagine della Procura di Milano che si è estesa fino all’Olanda e al Belgio.

La statua è stata sequestrata in via preventiva a un gallerista, adesso indagato per ricettazione ed esportazione illecita di bene culturale, che avrebbe avuto l’intenzione di vendere l’opera alla Tefaf, la celebre fiera d’arte e antiquariato di Maastricht in Olanda.

Davanti ai pm e anche davanti al Tar per difendere la titolarità della statua e impedire che sia restituita alla Veneranda Fabbrica del Duomo, il gallerista avrebbe riferito di averlo comprato in buona fede per 23 mila euro nel luglio del 2018 da un antiquario, che a sua volta, all’epoca, sarebbe stato ignaro del fatto si trattasse di una statua del Duomo di Milano. Della reale provenienza della scultura si sarebbe accorto, per la prima volta, infatti, un restauratore fiammingo in Olanda.

Rimane ancora da chiarire completamente l’intero percorso compiuto dal “dragone alato” del Duomo di Milano dopo il suo distaccamento dalla guglia numero 6 a causa dei bombardamenti.

I bombardamenti del 1943 e i danni subiti dal Duomo di Milano

Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Madonnina del Duomo di Milano fu coperta da stracci, allo scopo di evitare che i riflessi di luce sulla sua superficie dorata potessero essere utilizzati come punto di riferimento dai bombardieri alleati in volo sulla città. Le vetrate della Cattedrale meneghina, inoltre, furono preventivamente rimosse e sostituite da rotoli di tela.

Durante i bombardamenti aerei, pur non essendo stato centrato da bombe a alto potenziale e nonostante le precauzioni adottate, anche il Duomo di Milano subì dei danneggiamenti. Il suo portone centrale bronzeo, per esempio, mostra ancora al giorno d’oggi alcuni danni causati da spezzoni di bombe che esplosero nelle vicinanze del monumento più iconico di Milano.

Nel secondo dopoguerra, proprio a seguito dei danni subiti dai bombardamenti aerei, il Duomo di Milano venne in gran parte restaurato. Le restanti porte di legno vennero sostituite con altre in bronzo, che furono realizzate dagli scultori Arrigo Minerbi, Giannino Castiglioni e Luciano Minguzzi.