La “Firenze segreta” e i suoi luoghi nascosti
Passeggiare per Firenze è un immenso piacere, perché ogni angolo traspira arte. Dando un’occhiata più attenta ad alcuni dei più famosi monumenti, però, si potranno scorgere degli elementi alquanto strani e con storie bizzarre.
In questo itinerario di due giorni verranno svelati alcuni di questi enigmi e si potrà vivere la città in un modo completamente diverso, più divertente e malizioso. Un’esperienza per chi pensava di conoscere bene le vie di questa città, ma che nell’incanto generale ha perso qualche particolare originale.
Giorno 1
La passeggiata alla scoperta di questi angoli insoliti e delle storie curiose nascoste inizia dalla Chiesa di Santa Maria Maggiore, una delle più antiche di Firenze.
Fra le pietre delle sue mura si nasconde un volto, la Berta. Pare che sia li da prima dell’anno mille e la leggenda vuole che sia stata opera di un alchimista condannato al rogo. Mentre veniva portato a morire, avrebbe sentito una donna, affacciata dalla torre, inveire contro di lui e le abbia scagliato una maledizione pietrificandola. Probabilmente è parte di una statua romana, ma non si conosce il motivo per il quale sia stata posizionata proprio li.
Continuando il cammino, si arriva in Piazza San Giovanni, dove si può ammirare il Battistero, vicino al quale sorge una colonna che è strettamente legata al miracolo di San Zanobi. Quando le sue reliquie vennero trasferite nella cattedrale di Santa Reparata, un olmo ormai secco, che si trovava nel punto esatto in cui sorge la colonna, iniziò a ridare foglie verdi e nuove. Sulla colonna sono visibili una targa e lo stemma di un olmo.
Entrando nel Duomo di Firenze, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, è possibile notare sulla controfacciata un particolare orologio, opera di Paolo Uccello. La lancetta, partendo dal momento dell’Ave Maria della sera, che viene segnalata dal suono delle campane del Campanile di Giotto, compie un giro antiorario, in una giornata che viene divisa in 24 ore seguendo lo schema dell’ora italica.
Guardando la facciata del Duomo, nella parte posteriore destra, fra il pavimento lastricato spicca una lastra di marmo bianco su cui non è inciso nessun tipo di informazione che possa segnalare cosa sia. È stata posta per individuare il punto esatto in cui nel 1601, colpita da un fulmine, cadde la palla d’oro del Verrocchio. In seguito venne restaurata e rimessa al proprio posto, dove tutt’oggi risiede.
Sulla destra dell’abside del Duomo, in Piazza delle Pallottole, è posizionato un sasso su cui è posta una targhetta che recita “I’ vero Sasso di Dante”. Secondo la tradizione su questo sasso era solito sedersi Dante per osservare i lavori della cattedrale.
La leggenda vuole che un giorno un uomo gli si avvicinò e gli chiese quale fosse il suo cibo preferito, ed egli rispose “l’ovo”. Un anno dopo, lo stesso uomo, vedendo Dante seduto sempre sullo stesso sasso volle metterlo alla prova chiedendogli a bruciapelo “co’ icchè?” e il poeta rispose prontamente “co i’ sale!”.
Da non perdere il 1° giorno:
- il volto della Berta
- la colonna di San Zanobi
- l’orologio antiorario di Paolo Uccello
- la lastra di marmo bianco in Piazza del Duomo
- il sasso di Dante
Giorno 2
Proseguendo nel cammino e arrivando sotto la Loggia dei Lanzi a Piazza della Signoria, ci si imbatte nel bellissimo Perseo di Benvenuto Cellini, che tiene in mano la testa di Medusa. Come racconta lo stesso Cellini nella sua autobiografia, non è stato per niente facile creare questa statua in un unico blocco, tanto che, in una giornata di temporale in cui la temperatura si abbassò molto, dovette anche buttare nel fuoco i mobili della sua bottega e rischiò un incendio.
Oltre a portare il nome dell’artista inciso nella fascia sul suo petto, il Perseo nasconde un altro meraviglioso particolare: salendo sulla Loggia e mettendosi alle spalle della statua si può scorgere un volto fra l’elmo e i capelli che fuoriescono. È l’autoritratto nascosto di Benvenuto Cellini.
A due passi da lì, sulla facciata di Palazzo Vecchio, si nasconde un altro piccolissimo capolavoro, di soli 30 cm. È stato denominato l’Importuno e pare che la mano che l’abbia scolpito sia quella di Michelangelo.
La leggenda vuole che, durante un discorso con questo interlocutore che lo tartassava ogni volta che lo incontrava con domande insistenti, lo abbia scolpito di schiena, per farsene beffa.
Alcuni studi hanno messo a confronto questo ritratto con altri realizzati dal famoso artista nello stesso periodo (circa 1504) e hanno notato le strette somiglianze e rinvenuto lo stesso tratto. In quello stesso anno venne anche posto il David a sinistra dell’ingresso del Palazzo. Inoltre i dintorni e il palazzo stesso erano costantemente sorvegliati dalle guardie, quindi solamente un uomo conosciuto e con una certa fama avrebbe potuto incidere un ritratto con il suo scalpello.
Nella Basilica di Santa Croce è conservata una scultura di Pio Fedi, che fu il modello a cui molto probabilmente si ispirò Bartholdi nell’ideare la Statua Della Libertà. La scultura in questione è la Libertà della Poesia, dedicata al poeta Giovan Battisti Niccolini e inserita proprio nel suo monumento funebre. Indossa una corona di raggi e nella mano destra, sollevata, tiene una catena spezzata mentre in quella sinistra stringe una ghirlanda di alloro.
Da questo momento in poi potrebbe essere l’ora di un bel gioco: la caccia al tesoro delle Buchette del Vino. Sono delle piccole finestrelle, poste a bordo strada sulle mura dei palazzi storici e servivano per la vendita del vino sfuso. Solitamente davano nel locale della cantina del palazzo in cui un servitore, dalla fessura, vendeva il vino in un fiaschetto e ne riscuoteva il prezzo.
Fu un modo che ideò l’aristocrazia per reinventarsi e per crescere anche economicamente, sfruttando i prodotti delle terre che possedeva nelle campagne nei dintorni di Firenze. Quelle meglio conservate si trovano in via del Giglio e in Via del Sole. Sarà un modo originale di riscoprire una città meravigliosa.
Da non perdere il 2° giorno:
- Ritratto nascosto di Benvenuto Cellini sul Perseo
- L’Importuno di Michelangelo
- La Statua della libertà di Firenze: la Libertà della Poesia
- le Buchette del Vino.
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