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Fantasmi al Castello di Bevilacqua: il racconto

Il castello di Bevilacqua sarebbe abitato da fantasmi: i risultati dell'indagine condotta dall'agenzia Entità Parallele Paranormali Investigazioni

Castello di Bevilacqua

Al Castello di Bevilacqua ci sono i fantasmi? Lo scorso aprile, l’agenzia “Entità Parallele Paranormali Investigazioni” ha condotto un’indagine nel castello, scoprendo che la contessa Felicita Bevilacqua, ultima discendente della nobile famiglia che abitò la struttura, sarebbe nata l’11 aprile 1822. A rivelarlo sarebbe stata lei stessa.

L’indagine nel castello di Bevilacqua

‘L’Arena’ riporta le parole di Alessandro De Benedetto e Rossella Generale, fondatori del team: “Ci siamo documentati sulle precedenti indagini e siamo venuti qui senza grandi aspettative, invece è stata un’esperienza forte durante la quale abbiamo avuto molte interazioni. Quando accadono questi fenomeni siamo i primi ad essere scettici e, per valutarli in modo razionale, ci affidiamo alle strumentazioni”.

I due hanno trascorso 72 ore nel castello in Veneto e hanno raccontato di avere avuto contatti sia con la contessa Felicita che con il marito Giuseppe. L’indagine si è svolta nella sala rosa, al primo piano. La prima interazione, hanno spiegato i due, è stata con Felicita. “Abbiamo chiesto se era presente anche il generale e se poteva interagire con la strumentazione. In quel momento si sono accesi sia il k2, il sensore di onde elettromagnetiche, sia i sensori elettrostatici”.

Il racconto di Alessandro De Benedetto e Rossella Generale prosegue così: “Le abbiamo chiesto quando era nata e ha risposto con il numero 11. Durante la conversazione sono state registrate altre parole distinte come ‘Amore per me’ e ‘Voglio tornare qui’”.

I due hanno poi riferito: “Le abbiamo domandato se era vicina a noi e lei ha risposto che era fuori dal castello. Una risposta che ci ha un po’ spiazzati”.

Il team ha parlato con il sindaco Valentino Girlanda e ha scoperto che la tomba della contessa, che riposa con ai familiari nella chiesetta di via Castello, era stata profanata nel 2008.

La seconda interazione riferita dai ricercatori sarebbe avvenuta con il generale La Masa. Il loro racconto: “A fianco e sulla porta di ingresso della sala avevamo messo dei sensori di vibrazioni in modo che se fosse passata un’entità vicino sarebbe scattato l’allarme. All’improvviso abbiamo sentito un colpo e visto il vetro muoversi, come se qualcuno avesse dato un pugno dall’altra parte. Tutti i sensori sono caduti a terra, facendo scattare l’allarme”.

Secondo il team, a fare questo sarebbe stato proprio il generale La Masa: “In vita era molto protettivo nei confronti della moglie e, probabilmente, continua a esserlo anche nel mondo parallelo. Abbiamo interpretato la sua reazione come un avvertimento a non disturbare più la moglie con le nostre domande e così ci siamo fermati”.

L’appello per la tomba della contessa Felicita

A margine della presentazione dei risultati dell’indagine, i ricercatori e i proprietari del castello di Bevilacqua hanno lanciato un appello all’amministrazione comunale: “Richiudete la tomba della contessa nella cripta della chiesetta”.

Nel 2008 la tomba della contessa Felicita è stata profanata. Da allora, la bara della contessa è aperta col corpo mummificato della nobildonna all’interno. La tomba, infatti, non è stata più richiusa.

La chiesetta è stata profanata numerose volte nella storia. La prima nel 1848, quando il castello fu attaccato dall’esercito austriaco. I soldati sfondarono la porta dell’oratorio e distrussero la tomba di Alessandro Bevilacqua, il padre di Felicita, disperdendo i suoi resti. Da questo episodio deriva la leggenda che lo spirito del nobile vaghi tra le mura del castello in provincia di Verona. Un’altra profanazione risale agli anni Novanta, prima del raid del 2008.