Etna, scoperto il meccanismo che controlla le eruzioni
Interessante scoperta realizzata dai ricercatori dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia riguardo le eruzioni del vulcano Etna in Sicilia
I ricercatori dell’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, hanno fatto un’interessante e importante scoperta legata all’Etna e al meccanismo che controlla le eruzioni del vulcano siciliano, pubblicando lo studio, intitolato “Flank sliding: A valve and a sentinel for paroxysmal eruptions and magma ascent at Mount Etna, Italy” su una rivista specializzata statunitense.
Le eruzioni dell’Etna, secondo quanto scoperto dai ricercatori dell’Ingv, sono favorite dallo scivolamento del fianco orientale del vulcano. La variazione della velocità di scivolamento, infatti, può essere considerata come una sentinella per le eruzioni o per l’intrusione di magna nella camera magmatica sottostante le bocche eruttive.
L’autore della ricerca Giuseppe Pezzo, insieme ai ricercatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ha condotto una ricerca sulle deformazioni del suolo nell’area etnea relative all’eruzione dell’Etna che risale al 24 dicembre 2018 e all’evento sismico di due giorni dopo, realizzando una complessa analisi multidisciplinare.
L’analisi ha evidenziato come il continuo movimento del fianco orientale dell’Etna abbia favorito nel tempo l’intrusione di magmi nell’area immediatamente a monte il collasso stesso. La geometria e l’ubicazione di questi volumi di magna, inoltre, appare coerente con le antiche strutture tettoniche che dislocano la crosta sotto l’edificio vulcanico, favorendo la risalita dei magmi verso la superficie.
A causa delle pressioni interne dei magmi, le risalite magmatiche provocano un allargamento di diversi metri di tutto l’edificio vulcanico e imprimono un’accelerazione al movimento del fianco orientale.
L’Etna è il più alto vulcano attivo terrestre della placca eurasiatica e si è generato con un processo di costruzione e distruzione incominciato intorno a 570.000 anni fa, nel periodo Quaternario. A causa delle sue frequenti eruzioni nel corso del tempo, è stato modificato, spesso anche in maniera profonda il suo paesaggio circostante. A volte i fenomeni magmatici hanno rappresentato anche una minaccia agli insediamenti abitativi delle sue pendici.
Il Monte Etna sorge sulla costa orientale della Sicilia, sul podio delle regioni preferite dagli italiani per le vacanze estive del 2020: ha un diametro di oltre 40 chilometri e occupa una superficie di 1265 chilometri quadrati. Il 21 giugno del 2013, l’Etna è stato inserito nell’elenco dei beni che costituiscono il Patrimonio dell’Umanità nel corso della 36/a sessione del Comitato UNESCO.
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