Da Foligno a Firenze, tutti in fila per lo scheletro da 2 milioni di euro
"Calamita Cosmica", Il monumentale scheletro di Gino De Dominicis sarà in mostra presso il Forte Belvedere di Firenze per tutta l'estate
La Calamita Cosmica di Gino De Dominicis domina su Firenze. Il monumentale scheletro realizzato da uno dei più importanti protagonisti dell’arte contemporanea è stato trasferito dalla sua naturale dimora, la chiesa della Santissima Trinità in Annunziata a Foligno, presso il Forte Belvedere della città gigliata, in occasione di “Ytalia, Energia, Pensiero, Bellezza”, la grande mostra di arte contemporanea fortemente voluta dal Comune di Firenze che fino al 1 ottobre offrirà ai visitatori un sodalizio tra il patrimonio storico artistico della città e alcune delle più importanti opere realizzate durante lo scorso secolo, meraviglie d’arte moderna che ricercano nel quotidiano sprazzi di metafisica.
L’arrivo a Firenze è solo l’ultima tappa di un fitto itinerario che ha portato il grande scheletro in alcune delle più importanti piazze internazionali molto sensibili alle manifestazioni artistiche, come Parigi, Grenoble, Roma, Milano, Napoli e Bruxelles.
Uno scheletro gigante dal mirabolante valore di 2 milioni di euro, lungo più di 24 metri, con un enigmatico becco d’uccello che sostituisce l’osso nasale e dona all’intera opera, che già stupisce per le dimensioni, un aspetto surreale. Nelle intenzioni di De Dominicis lo scheletro, realizzato in vetroresina, ferro e polistirolo, avrebbe dovuto essere ricoperto anche da una sottile lamina d’oro, un’ambiziosa idea mai realizzata che però non ne intacca il fascino.
In perfetto equilibrio, sulla punta di una delle falangi della mano destra, si nasconde anche il segreto del titolo. Lo scheletro mantiene in bilico un’asta dorata, simbolo di una calamita che scandisce il tempo e crea un campo magnetico che avvolge simbolicamente l’opera e chi la ammira.
Numerose le interpretazioni anche del singolare becco d’uccello che fuoriesce dalla cavità nasale e dona un’aria sovrannaturale al teschio antropomorfo. Un rimando al mito dell’uomo uccello preistorico? Un invito all’umiltà di fronte a tutto ciò che è sovrumano? Le chiavi di lettura si sovrappongono, ma di certo, ciò che rimane intatto è il senso di stupore nei confronti di un’opera che continua a suscitare meraviglia e suggerisce riflessioni sul senso della vita e della morte.
Suggestioni che sarà possibile raccogliere a Firenze fino alla fine dell’estate. Sono almeno 250mila i visitatori attesi per ammirare l’opera di De Dominicis e di altri 12 artisti internazionali come Giovanni Anselmo, Marco Bagnoli, Domenico Bianchi, Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Nunzio, Mimmo Paladino, Giulio Paolini e Remo Salvadori che nella città del Rinascimento, luogo ideale per diffondere nuove idee e sollecitazioni degli artisti più importanti del panorama internazionale, arricchiranno il programma di “Ytalia”.
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