Da Cagliari a Genova, la rivincita dei dialetti d'Italia tra corsi universitari e filastrocche per bambini
Lezioni universitarie, filastrocche all'asilo, database informatici: i dialetti della penisola italiana non sono mai stati così in forma
Radici, tradizione e salvaguardia del patrimonio culturale parlano dialetto. Lungo l’arco della Penisola numerose iniziative realizzate da linguisti, maestre, librai e cittadini si susseguono. Obiettivo: valorizzare l’inestimabile patrimonio linguistico conservato gelosamente dalle numerose realtà regionali che costellano il variegato e vivace mosaico di parlate diffuse in tutta Italia.
La facoltà di Studi Umanistici dell’Università di Cagliari, ad esempio, ha inaugurato un corso in lingua sarda curato dal professor Maurizio Virdis. I primi esami orali, che vedono impegnati diverse decine di studenti desiderosi di carpire i segreti di una delle lingue più antiche e affascinanti del Mediterraneo, sono stati sostenuti alla fine di giugno. In realtà corsi di studio dedicati all’approfondimento della “limba sarda” esistono fin dagli anni ‘60, ma il nuovo approccio travalica le finalità teoriche per toccare aspetti pratici e concreti. Per superare gli esami non basta conoscere regole e caratteristiche, ma è necessario avere piena dimestichezza di una parlata che non è un semplice dialetto, ma un vero e proprio idioma indipendente nel panorama delle lingue indoeuropee. Per superare l’esame è necessario saper sostenere una conversazione in lingua su argomenti riguardanti la cultura sarda, saper parlare, insomma, in maniera fluente la lingua riconosciuta fin dal 1999 come minoranza linguistica storica, in modo da formare parlanti che possano così tenere vivo uno dei patrimoni più antichi d’Europa.
La voglia di preservare e salvaguardare le parlate tipiche è molto diffusa anche sulla terraferma. In Trentino e in Veneto il progetto “Vinko” cerca volontari che intendano prestare la propria cadenza alla realizzazione di una preziosa playlist che memorizzi toni e accenti della parlate del Nord-Est. Voci, parole e frasi da registrare e conservare per costruire un grande archivio che memorizzi sfumature e particolarità dei dialetti tirolesi, trentini e delle minoranze germaniche.
Il progetto, realizzato in azione sinergica tra le Università di Trento e Verona, intende realizzare un vasto database che funga da bacino di consultazione per centinaia di ricercatori in modo da conservare un patrimonio inestimabile che rischia di scomparire.
Volontà di conservare e preservare la memoria storica minacciata dalla globalizzazione che ha convinto le maestre della scuola per l’infanzia “Quaglia” di Genova a insegnare ai piccoli alunni le basi del proprio dialetto, attraverso filastrocche, canzoni e fiabe tipiche della tradizione genovese. A dare manforte alla manifestazione un’entusiasta squadra di nonni genovesi, baluardo di memoria, che ha contribuito a trasmettere alle nuove generazioni in erba alcuni capisaldi delle tradizioni linguistiche liguri.
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