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Troppo lunghi o troppo corti: alla scoperta delle città dai nomi record

Da San Valentino in Abruzzo Citeriore a Lu e Ro: curiosità e primati dei comuni con 35 caratteri e di quelli con solo due lettere

Sapete qual è il comune con il nome più lungo? E la città con il nome più corto?

Con 35 caratteri, il primato della località con la denominazione più estesa è appartenuto a Pino sulla Sponda del Lago Maggiore, comune autonomo di 224 abitanti in provincia di Varese fino al 4 febbraio 2014, quando, è stato soppresso e unificato a Maccagno e Veddasca. Da sempre è la meta degli amanti di windsurf per i venti che soffiano particolarmente forti sulla sponda del lago.

Il testimone di città col nome più lungo è passato, così, a San Valentino in Abruzzo Citeriore. Il comune, il cui nome è composto da 30 caratteri, si trova in provincia di Pescara e le sue origini risalgono all’anno Mille, con la denominazione di Palum Castrum Petrae, modificata infine in San Valentino, in seguito alla traslazione dei corpi dell’omonimo santo. Da qui, l’appellativo dal sapore prettamente romantico degli abitanti di questo borgo pittoresco che abbraccia parte della Riserva regionale Valle dell’Orta, denominati, per l’appunto, sanvalentinesi.

Seguono nella classifica dei nomi con più caratteri: Primiero San Martino di Castrozza (33); Castrocaro Terme e Terra del Sole (33); Sant’Andrea Apostolo dello Ionio (32); mentre il più breve dei nomi più lunghi è Livinallongo del Col di Lana (BL), in Veneto, con “soli” 28 caratteri.

Ma come si chiamano, invece, gli abitanti dei comuni dai nomi più corti?

Scopriamo i luesi di Lu (in Piemonte), i neesi di Ne (in Liguria), i reesi di Re (in Piemonte), i roesi di Ro (in Emilia-Romagna) e in vadensi di Vo’ (in Veneto). L’origine di alcuni di questi nomi così brevi è ancora incerta, come per Lu, noto anche come Lu Monferrato, un comune di circa 1.160 abitanti situato nel Basso Monferrato Casalese, in provincia di Alessandria. Secondo un’analisi toponomastica e linguistica, il nome di Lu deriverebbe dalla contrazione di Lucus, termine latino con cui i Romani chiamavano genericamente i boschi sacri alle divinità.
Vo’, invece, prende il nome dal latino “Vadum”, probabilmente antico porto commerciale sul fiume Adige.
Ro, infine, è famosa per la storica farmacia della famiglia del critico d’arte Vittorio Sgarbi.

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