Crodino, svolta storica: non verrà più prodotto a Crodo
Svolta storica per il Crodino: la celebre bevanda analcolica non verrà più prodotto all'interno dello stabilimento di Crodo della Valle Antigorio
Il Crodino, l’analcolico biondo che come recita il celebre spot “fa impazzire il mondo” non verrà più prodotto nello storico stabilimento di Crodo: una svolta epocale per una bevanda italiana diventata iconica nel corso dei decenni.
Lo stabilimento di Crodo dice addio al Crodino
Alla fine del 2023 il Crodino lascerà Crodo, il paese situato nella provincia di Verbano-Cusio-Ossola a cui l’analcolico deve il suo nome e dove è stato inventato quasi sessant’anni fa, precisamente nel 1964.
L’annuncio che sancisce il termine della produzione nello storico stabilimento è stato dato da Jan Ankersen, senior vp South Europe di Royal Unibrew, la società danese che nel 1017 aveva acquisito il sito produttivo della Valle Antigorio, senza però acquistare il brand Crodino, rimasto nelle mani del Gruppo Campari:
“Il contratto con Campari per la produzione del Crodino a Crodo scade nel 2023 – le parole di Jan Ankersen riportate da Repubblica – e non sarà rinnovato”. L’addio era ormai praticamente scritto da diversi anni: quando Royal Unibrew aveva acquisito lo stabilimento di Crodo, aveva diminuito sensibilmente i volumi di produzione nello stabilimento storico, favorendo una massiccia produzione in altri siti.
In virtù di ciò lo stesso Ankersen ha dichiarato che “non ci saranno ripercussioni sui livelli occupazionali” in quanto i volumi affidati alla fabbrica di Crodo sono molto bassi già da diversi anni; il dirigente, al contrario, prevede “ripercussioni positive considerato l’attuale livello di crescita” del brand.
Lo stabilimento di Crodo, al netto dell’addio del Crodino, non resterà fermo: verrà utilizzato per imbottigliare altre bevande del gruppo Royal Unibrew, su tutti soft ed energy drink: “Royal Unibrew ha un importante piano di investimenti per Crodo – ha dichiarato Ankersen – ci concentreremo sui nostri marchi principali, LemonSoda e OranSoda, che rappresentano da anni il core della produzione dello stabilimento”.
Le prime notizie riguardanti il possibile stop alla produzione del Crodino nello stabilimento di Crodo risalgono al 2020: in quell’occasione, a qualche settimana dall’inizio della pandemia di Covid-19, il sindaco della cittadina della valle Antigorio chiamò a raccolta gli amministratori locali, i politici, i sindacalisti e i lavoratori per convocare un’assemblea che aveva come obiettivo quello di scongiurare la fine della produzione dell’analcolico biondo. A distanza di quasi quattro anni, ormai non c’è più nulla da fare: Crodo deve dire addio al Crodino che verrà prodotto in altri stabilimenti.
La storia del Crodino
Il Crodino è stato messo in commercio a partire dal dicembre del 1964 inizialmente con il nome di Picador: prodotto utilizzando l’acqua delle sorgenti Lisiel, l’analcolico cambiò il nome il 14 luglio del 1965, diventando definitivamente Crodino.
Il Crodino, in quasi sessant’anni di vita, è diventato uno degli aperitivi analcolici più venduti nei bar e nei locali di tutto il Paese. La miscela di ingredienti della bevanda è ancora segreta per la maggior parte: di sicuro c’è che tra i suoi ingredienti ci sono i chiodi di garofano, il cardamomo, il coriandolo e la noce moscata. Gli ingredienti vengono lasciati riposare dentro botti di rovere per un periodo di sei mesi che serve a conferire alla bevanda il suo particolare e inconfondibile sapore amaro.
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