Ok ai finti combattimenti tra turisti al Colosseo: è polemica
Via libera ai finti combattimenti tra i turisti al Colosseo: l'ok alla rievocazione storica delle sfide tra i gladiatori ha scatenato le polemiche
Al Colosseo i turisti potranno partecipare a finti combattimenti come quelli dei gladiatori, grazie alla collaborazione a un accordo tra Airbnb e il Parco Archeologico e la collaborazione tra Ars Dimicandi e il Gruppo Storico Romano: la notizia ha scatenato non poche polemiche.
Ok ai finti combattimenti tra turisti al Colosseo: la polemica
L’accordo stipulato tra Airbnb e il Parco Archeologico del Colosseo prevede un intervento da 1,5 milioni di euro da parte della nota piattaforma per contribuire alla realizzazione del progetto “Il Colosseo si Racconta”, che include il rinnovo del percorso museografico diffuso e anche quello dei temi espositivi permanenti all’interno dell’Anfiteatro Flavio, uno dei monumenti più visitati d’Italia.
Ars Dimicandi e il Gruppo Storico Romano hanno stretto inoltre una collaborazione per realizzare un’esperienza esclusiva, prenotabile sulla piattaforma Aribnb, che permetterà ad alcuni ospiti di immergersi nella cultura gladiatoria, cimentandosi in una rievocazione degli storici combattimenti, ricostruita in tutti i dettagli nella cornice del Colosseo.
Come si legge in una nota del Parco Archeologico, “Per la prima volta il Colosseo tornerà a svolgere la sua funzione di edificio da spettacoli, con un salto indietro di quasi 2.000 anni”. La notizia è arrivata proprio nei giorni in cui al cinema è uscito “Il Gladiatore II” di Ridley Scott, il seguito del film campione d’incassi del 2000, ma la concomitanza della pellicola nelle sale non ha placato le polemica riguardanti l’iniziativa.
La lettera dell’assessore alla Cultura
All’annuncio del via libera allo spettacolo gladiatorio all’interno del Colosseo ha reagito così Massimiliano Smeriglio, nuovo assessore alla Cultura del Comune di Roma:
“La notizia di uno spettacolo gladiatorio all’interno del Colosseo ci lascia quantomeno perplessi – si legge nella lettera riportata dal ‘Corriere della Sera’ – capiamo esigenze della Soprintendenza di potenziare il lavoro meritorio di conservazione e restauro, tuttavia con questa iniziativa si riafferma, ancora una volta, un principio di mercificazione e consumo della cultura che va nella direzione opposta a quella che stiamo portando avanti, e cioè quello di un patrimonio che sia fruibile e accessibile a tutte e tutti, turisti, romane e romani”.
Nella missiva, Smeriglio ha proseguito scrivendo: “Non possiamo trasformare uno dei monumenti più importanti al mondo in un parco a tema, per questo ho deciso di scrivere al Ceo di Airbnb e chiedere di confermare lo stanziamento alla sovrintendenza, rinunciando allo spettacolo turisti-gladiatori. Con un gesto di questo tipo la piattaforma si accrediterebbe sempre di più come amica di Roma tutelandone il patrimonio artistico unico al mondo senza trasformarlo in un parco giochi”.
Le altre reazioni negative
Anche Viviana Piccirilli di Capua dell’Associazione Abitanti Centro Storico ha reagito in maniera negativa all’accordo tra l’accordo tra Airbnb e il Parco archeologico del Colosseo, dichiarando che l’iniziativa è un’offesa nei confronti di un patrimonio dell’Unesco:
“L’iniziativa offende il patrimonio Unesco in questo momento messo a dura prova nel suo elemento abitativo. Grida vergogna l’insensibilità, anche solo di ideare un tal evento, senza il minimo scrupolo di far salire a bordo chi sta contribuendo a stravolgere storia e vita quotidiana degli abitanti del centro storico di Roma e non solo”.
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