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Il caso delle due autostrade "deserte" della Lombardia

Il caso delle due autostrade "deserte" in Lombardia: la Brebemi e la Pedemontana lombarda, entrambe nate per rendere più semplice il trasporto merci

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

In Lombardia ci sono due autostrade che sono diventate ormai “deserte“: si tratta della Pedemontana e della Brebemi, arterie autostradali che non hanno rispettato le attese.

Le due autostrade “deserte” della Lombardia

Sia la Pedemontana lombarda che la Brebemi sono state realizzate con l’obiettivo di rendere più semplice il trasporto merci su quattro ruote, consegnando alla regione due tratti in grado di non congestionare il regolare traffico autostradale.

La Pedemontana Lombarda, la A36, è stata ideata per velocizzare gli spostamenti nell’area nord di Milano, realizzando una via esterna alla città metropolitana di Milano in modo tale da collegare le province di Varese, Bergamo e l’area a nord del Capoluogo, oltre che l’aeroporto di Milano-Malpensa con l’aeroporto di Bergamo-Orio al Serio, entrambi presenti nella classifica dei migliori aeroporti d’Europa stilata da Holidu.

Non ancora aperta su tutti i 96 chilometri previsti dal progetto originario, la Pedemontana lombarda si sviluppa con doppia carreggiata a due corsie per senso di marcia, partendo dall’interconnessione con la A8 presso Cassano Magnago fino a Lentate sul Seveso. Nei pressi dello svincolo di Mozzate è inoltre prevista la realizzazione di un’area di servizio polifunzionale.

La Brebemi, invece, l’autostrada A35 ribattezzata con le iniziali delle tre province interessate (Brescia, Bergamo e Milano) collega le città di Brescia e Milano con un percorso posizionato più a sud rispetto a quello della A4, autostrada che nell’estate del 2023 ha visto l’apertura della quarta corsia “dinamica”.

La A35 è stata concepita sulla base della necessità di avere una soluzione alternativa all’autostrada della Serenissima, il collegamento già esistente tra il capoluogo lombardo e Brescia, meta dell’ultimo viaggio italiano di Leonardo DiCaprio.

La Serenissima presentava (e presenta) volumi di traffico particolarmente consistenti, aggravati dal transito di molti mezzi pesanti, quindi la nuova tratta doveva servire a dare “respiro” agli automobilisti.

Il tratto della Brebemi taglia il cuore agricolo bresciano e bergamasco, in parallelo con l’alta velocità ferroviaria: secondo il progetto originario doveva decongestionare la A4, ma è ormai diventata una specie di scorciatoia bresciana di lusso per Linate, una direttissima per l’aeroporto.

L’autostrada più cara d’Italia: costi in salita

La Breremi, inoltre, è stata già definita come l’autostrada più costosa d’Italia: le tariffe sono aumentate del 12,11% nel mese di agosto del 2024, toccando picchi mai immaginati prima.

Mettersi in viaggio sulla Brebemi costa più del doppio della tratta che dovrebbe decongestionare: l’onere complessivo dell’opera è stimato in 2,4 miliardi, mentre all’inizio si pensava sarebbe costata un terzo. In merito a quel tratto autostradale si è espresso così Emilio Del Bono, ex sindaco di Brescia e attuale vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia:

“Nonostante tutto il mio giudizio sulla Brebemi rimane sospeso, un’alternativa all’imbuto della A4 andava trovata – le parole di Emilio Del Bono riportate da parte del ‘Corriere della Sera’ – il difetto più grave è quello di un progetto che nasce sulla spinta delle categorie, del sistema camerale ma è totalmente svincolato da una riflessione sul futuro delle infrastrutture strategiche del Nord Italia. Ognuno è andato per conto proprio senza alcuna regia pianificatoria della stessa Regione Lombardia”.