La carne di cinghiale "made in Roma" nei supermercati
Il comune di Roma vuole trasformare un'emergenza in un'opportunità: in arrivo nei supermercati la carne di cinghiale certificata e controllata
Il comune di Roma vuole trasformare l’emergenza cinghiali in un’opportunità, offrendo una selvaggina di filiera controllata: per questo motivo, entro Capodanno, si potrà assaggiare la carne dei cinghiali catturati nei parchi della città all’interno delle aree verdi, rigorosamente a prova di peste suina.
Carne di cinghiale nei supermercati: la decisione del comune di Roma
La carne di cinghiale, dunque, arriva nei supermercati: i veterinari delle Asl regionali controlleranno le norme di sicurezza alimentari, garantendo le certificazioni che verranno poi inserite nelle etichette, con le specifiche riguardanti la zona dove l’animale è stato catturato, macellato e distribuito.
Come riferito dal ‘Gambero Rosso’, a dare la notizia di questa decisione è stata Monica Lucarelli che ricopre il ruolo di assessore alle Attività Produttive di Roma Capitale: “Al Centro Carni parte il progetto per trasformare la presenza di cinghiali da problema in opportunità – ha dichiarato la Lucarelli – il proliferare incontrollato dei cinghiali ha creato un’emergenza in molte aree del Paese cinghiali provoca gravi conseguenze per la sicurezza pubblica e l’economia, per questo abbiamo avviato un progetto ambizioso insieme alla Regione Lazio, Asl Rm2 e al commissario straordinario per la Psa”.
Dal comune di Roma hanno fatto sapere che l’obiettivo è quelli di creare “una filiera di carne di selvaggina certificata e controllata, sicura dal punto di vista sanitario e capace di generare benefici economici e sociali”; così facendo si garantisce “un consumo di selvaggina regolamentato, mantenendo alti standard etici e qualitativi”.
Il progetto è ancora in fase embrionale e punta a tenere fuori le zone rosse colpite dalla peste suina: via della Storta, via Cassia, circonvallazione Clodia, via Cipro, via Baldo degli Ubaldi e zone intorno al Grande Raccordo Anulare. Un primo esperimento è stato già portato avanti al Centro Carni del Comune di Roma con l’obiettivo di continuare fino a quando non sarà possibile comprare la selvaggina direttamente nei supermercati.
Oltre a Roma, negli ultimi anni l’emergenza cinghiali ha riguardato diverse zone del Paese: nel mese di agosto del 2024, per esempio, alcuni cinghiali sono stati avvistati nel centro di Sabaudia, nota località del litorale laziale.
Nel corso del 2023, invece, la presenza di cinghiali ha causato il record di incidenti in Toscana, mentre l’anno prima in Piemonte hanno dovuto fare i conti con la peste suina che aveva colpito decine di esemplari.
Selvaggina a tavola: la parola all’esperto
Michele Milani, tra i cacciatori più famosi d’Italia, autore di libri sulla selvaggina, grande conoscitore della materia e cuoco nel suo nuovo ristorante sui Colli Piacentini, aveva rilasciato un’intervista a ‘Cibo Today’ parlando della possibilità di mangiare carne di animali selvatici non allevati:
“L’animale che vive in libertà non viene alimentato da mangimi, si alimenta spontaneamente con quello che offre la natura, non viene curato con antibiotici o altri medicinali. Il veterinario può solo certificarne la salubrità una volta arrivato al macello. Sicurezza? Se si compra la cacciagione di filiera questo ci garantisce l’acquisto di carne senza alcun rischio”.
Sulla selvaggina in cucina, Michele Milani ha dichiarato: “Si è sempre consumata nei mesi invernali con polenta e stracotti, è associata a quello, invece è un tipo di carne che se controllata, si presta a preparazioni semplici e di brevissima manipolazione, preservando le straordinarie qualità organolettiche. Si può consumare tutto l’anno sotto forma di carpacci, tartare, roastbeef, hamburger”.
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