Campi Flegrei "più pericolosi del Vesuvio": l'allarme di Tozzi
Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico, ha parlato del bradisismo nei Campi Flegrei, spiegando perché la zona è più pericolosa del Vesuvio
I Campi Flegrei sono più pericolosi del Vesuvio: la spiegazione a questa affermazione arriva da parte di Mario Tozzi, geologo, primo ricercatore del Cnr e noto divulgatore scientifico.
Campi Flegrei “più pericolosi del Vesuvio”: la spiegazione di Tozzi
Le parole di Mario Tozzi sono state riportate dal ‘Corriere della Sera’ che ha rilanciato un’intervista concessa dal geologo al quotidiano durante il maggio del 2024. Nel corso dell’intervista, Tozzi ha spiegato la pericolosità dei Campi Flegrei rispetto al Vesuvio, soffermandosi anche sul concetto di supervulcano e sui rischi per la popolazione.
“I Campi Flegrei sono il nostro supervulcano, quello davvero pericoloso, più del Vesuvio, quello suscettibile di attività devastanti – ha dichiarato Mario Tozzi – E ci vivono 500-600 mila persone. Cosa vuol dire supervulcano? È un pentolone sotterraneo pieno di magma ribollente, ed è in grado di sprigionare eruzioni esplosive, in linea teorica devastanti. Nello scenario più catastrofico al momento non ipotizzabile, pur essendo possibile, dovremo parlare di esodo non evacuazione”.
E ancora: “In ogni caso si tratta di 29 vulcani e centri eruttivi che sono stati tutti nascosti, da un ospedale, da un ippodromo, da un quartiere e da una città di quasi 80 mila abitanti. Solo la Solfatara e gli Astroni appaiono ancora come vulcani. Degli altri ogni traccia è stata cancellata da case, asfalto e cemento. E così ogni memoria è stata cancellata.
Nel 1538 nacque in pochissimi giorni un vulcano di tutto rispetto (il Monte Nuovo). Invece continuiamo a trattare i Campi Flegrei come un territorio qualsiasi. Piuttosto che persuadere la gente ad andar via, abbiamo invogliato a viverci, abbiamo continuato a costruire”.
Cittadini e Campi Flegrei: come gestire le scosse
Nell’intervista realizzata all’indomani della scossa di terremoto di magnitudo 4.4 registrata il 20 maggio 2024 nell’area dei Campi Flegrei, una delle più forti degli ultimi quarant’anni, Mario Tozzi aveva parlato anche di come gestire il sisma, affrontando il problema legato ai cittadini e alle costruzioni della zona:
“Il mezzo milione di cittadini a rischio sa cosa deve fare? Cioè bisogna convincere le persone a scappare lasciando tutto a casa, compresa la propria auto, a recarsi in un punto di raccolta e prendere un mezzo pubblico per andare chissà dove. I cittadini sono pronti a fare questo? Altrimenti ci troveremmo a sapere dell’eruzione con 72 ore di anticipo ma poi avere le strade intasate.
Contro i terremoti costruire bene ti salva la vita, ma contro le eruzioni esplosive a nulla serve e l’unica cosa da fare è andarsene. La prima pietra deve essere messa proprio dai cittadini. Le condizioni necessarie sono: cittadini non disposti a costruire ovunque, amministratori che facciano rispettare le regole, uno Stato che curi le regioni a rischio in maniera adeguata. Il rischio vulcanico nei Campi Flegrei non dipende solo dal supervulcano, dipende soprattutto da noi”.
Le parole di Mario Tozzi sono state rilanciate nei giorni in cui è tornata a tremare la terra ai Campi Flegrei: nella notte tra il 12 e il 13 marzo 2025 c’è stata una forte scossa (magnitudo 4.4) avvertita anche a Napoli. Popolazione in allerta: a Pozzuoli e Bagnoli sono state chiuse le scuole, mentre il Governo monitora l’evolversi della situazione per essere pronto a intervenire.
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