Il cammino di San Benedetto tra contemplazione, arte e natura
Il cammino di San Benedetto è un percorso di circa 300 chilometri che unisce le tappe più importanti della vita del Santo ripercorrendone i passi.
Parte da Norcia, città natale del Santo nel cuore dell’Umbria, per arrivare fino a Montecassino, dove San Benedetto trascorse l’ultima parte della sua vita.
Il cammino da Norcia a Cassino attraversa tutte le diverse anime dell’Appennino: dai “magici” Monti Sibillini ai Monti Reatini, fino alla coda dell’Appennino Abruzzese, il Cammino di San Benedetto offre contemplazione ma anche un inedito percorso, ricco di inaspettate ricchezze, per gli appassionati di trekking e natura.
- Da Norcia a Cascia
- Monteleone di Spoleto, il leone degli Appennini
- Castel di Tora, il Turano e Antuni
- Subiaco e il Laghetto di San Benedetto
- Trisulti e Casamari
Tappa 1: da Norcia a Cascia
La città di Norcia, in cui San Benedetto e la sorella Santa Scolastica nacquero nel 480 d.C., è una prima tappa obbligata lungo il cammino del Santo. Il centro storico della cittadina, profondamente colpito dagli eventi sismici del 2016, è tornato quasi interamente visitabile.
L’itinerario sulle orme di Benedetto non può che iniziare qui: a pochi metri dalla Basilica oggi in ricostruzione, la statua del Santo (nella foto in basso) è la giusta ispirazione per incamminarsi verso sud.
Giunti nel cuore dei Monti Sibillini, sono da prendere in considerazione almeno un paio di deviazioni “naturalistiche”. L’Altopiano di Castelluccio, con la sua caratteristica fioritura, e il Lago di Pilato sono soltanto alcuni dei luoghi magici che costeggiano il cammino benedettino.
Da Norcia si arriva a Cascia a piedi in poco più di quattro ore: il percorso è adatto a tutti e conduce al Santuario di Santa Rita, edificato nel XIII secolo ed intitolato originariamente a Santa Maria Maddalena. Cascia è uno dei maggiori centri turistici dell’Umbria, trovare il giusto ristoro e un’ottima sistemazione per la prima notte di Cammino sarà qui piuttosto semplice.
Tappa 2: Monteleone di Spoleto, il leone degli Appennini
Da Cascia parte il Sentiero di Santa Rita, un percorso che risalendo un tratto del fiume Corno attraversa le campagne fino al paese medievale di Monteleone di Spoleto, una felice tappa intermedia a spezzare il tratto più lungo del Cammino, circa 50 km.
A quasi mille metri sul livello del mare, Monteleone deve la propria importanza alla posizione strategica, nota sin dall’età del Bronzo. Tra i “Borghi più belli d’Italia”, la cittadina appenninica (nella foto qui sotto) fu sede nel 1902 del ritrovamento di una biga “etrusca” risalente al VI sec a.C, oggi esposta al Metropolitan Museum di New York.
Una copia a grandezza naturale del cocchio esposto a New York è custodita nel Museo della Biga, presso l’ex convento francescano, nei cui pressi si trova anche la copia di una delle più antiche buche postali d’Italia, risalente al 1707.
Dall’Umbria si scende verso il Lazio, lungo la piana reatina che vide incrociarsi le vicende di San Benedetto ed il cammino di Francesco. Si attraversano Leonessa e Poggio Bustone, per arrivare a Rieti dopo una lunga giornata di cammino: trovare cibo, convivialità e riposo sarà qui un gioco da ragazzi.
Tappa 3: Castel di Tora, il Turano e Antuni
Castel di Tora si trova sulle sponde del Lago del Turano, nella Riserva naturale dei Monti Navegna e Cervia, ed è la tappa perfetta da programmare a metà Cammino.
Oltre agli itinerari naturalistici mozzafiato, il piccolo Comune (nella foto sotto) ospita una delle bellezze segrete del nostro Paese: il Borgo Medievale di Antuni, “uno dei paesi abbandonati più affascinanti della penisola”.
Nei pressi di Antuni, l’Eremo di San salvatore, una grotta risalente al XIV secolo in cui l’eremita Cristoforo, nel 1640, dipinse un Cristo Benedicente ed un Santo ancora oggi visibili all’interno della piccola chiesa rupestre derivata dalla roccia.
Ci dividono dalla prossima tappa circa 9 ore di cammino: una sosta con vista sul lago sarà in grado di sollevare gli animi in preparazione della tappa centrale del cammino benedettino.
Tappa 4. Subiaco e il Laghetto di San Benedetto
Subiaco è il centro del Cammino benedettino, che qui visse parte della propria vita: l’itinerario sulle tracce del Santo di Norcia non può che partire dal Sacro Speco (nella foto in basso), il Santuario che custodisce la grotta in cui il giovane Benedetto fece l’eremita.
Qui è custodito il più antico ritratto esistente di San Francesco, dipinto in occasione del pellegrinaggio del Santo avvenuto nel 1223.
Il Monastero di Santa Scolastica, il più antico fondato da San Benedetto, merita una visita almeno per i suoi tre chiostri: quello Cosmatesco, quello Gotico – che contiene parti di colonne appartenute alla vicina villa di Nerone – e quello Rinascimentale, la cui costruzione iniziò nel 1580.
Dal Monastero si arriva facilmente a piedi al Laghetto di San Benedetto, nel cuore del Parco Naturale dei Monti Simbruini: qui le acque dell’Aniene si gettano da una piccola altura, dando vita ad una piscina naturale di incredibile fascino, nota come “i Caraibi del Lazio”.
La Valle dell’Aniene è perfetta per il ristoro dei pellegrini: Subiaco offre anche la possibilità di dormire in strutture gestite dai monaci benedettini. La tradizione della panarda, una grande tavolata di pietanze tradizionalmente offerte agli ospiti, parla chiaro: tra pezzole e polenta, sarà difficile sottrarsi all’ospitalità sublacense.
Tappa 5. Trisulti e Casamari
Il percorso di San Benedetto è ancora lungo, fino a Montecassino. L’ultima tappa di questo itinerario conduce a due splendidi esempi di architettura religiosa: la Certosa di Trisulti, fondata dai Certosini, e l’Abbazia di Casamari, costruita nel 1203 dai Cistercensi.
La Certosa di Trisulti fu fondata nel 1204 per volontà di Papa Innocenzo III. Al suo interno, oltre ad uno splendido giardino, la Chiesa di San Bartolomeo e l’antica Farmacia (nella foto sotto), che hanno reso la Certosa Monumento Nazionale già nel 1879.
A pochi chilometri, l’Abbazia di Casamari offre un fulgido esempio di architettura gotica: ospita un erbarium botanicum, una liquoreria, un orto botanico ed alcuni inaspettati reperti, tra cui la zanna di una Mammuthus meridionalis.
Manca ancora una giornata di cammino per l’Abbazia di Montecassino: una sosta intermedia ad Arpino sarà in grado di preparare gli animi per l’ultimo tratto del cammino benedettino, che non può che condurre nel luogo in cui furono fondati l’ordine monastico e la Regola di San Benedetto.
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