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Golfo di Napoli pieno di aquile di mare: l'avvistamento speciale

Nel golfo di Napoli si moltiplicano gli avvistamenti di aquile di mare in un’area marina segnalata da sub e biologi per la sua incredibile biodiversità

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Valentina Alfarano

Valentina Alfarano

Editor & Coach Letterario

Lavorare con le storie è la mia missione! Specializzata in storytelling di viaggi, lavoro come editor di narrativa e coach di scrittura creativa.

Aquile di mare nel golfo di Napoli

Nel golfo di Napoli, al largo di Vico Equense e Castellammare di Stabia, sono stati avvistati numerosi esemplari di aquile di mare. La presenza ravvicinata di questi animali ha attirato l’interesse di subacquei, ricercatori e operatori del settore marino, che da settimane monitorano i movimenti in un’area già nota per la sua eccezionale biodiversità.

Dove nuotano le aquile di mare nel golfo e perché questo sito è unico

Le segnalazioni più frequenti provengono dal Banco di Santa Croce, una secca sommersa che ospita una ricca varietà di specie animali e vegetali. Nelle scorse settimane sono stati osservati branchi composti anche da decine di esemplari di Myliobatis aquila, una specie ancora considerata vulnerabile.

Il Banco di Santa Croce si innalza dai 50 ai 9 metri di profondità, creando un ecosistema complesso e ricco di vita. Situato a circa 300 metri dalla costa stabiese, ospita un’ampia varietà di specie marine, tra cui cernie, tonni, razze e numerose colonie di coralli e gorgonie. In estate, le secche si animano con banchi di sardine, mentre durante la stagione fredda si popolano di uova di squalo gattopardo e margherite di mare.

In questo contesto del golfo di Napoli, le aquile di mare hanno trovato un habitat favorevole. Secondo le documentazioni fornite da guide subacquee e appassionati, è possibile imbattersi in aggregazioni numerose, a volte composte da decine di individui. Le zone più frequentate sembrano essere quelle comprese tra i 23 e i 38 metri, in particolare l’apice della secca e le aree sabbiose ricche di posidonia.

Come riportato su ‘La Repubblica’, Eleonora de Sabata, portavoce del progetto europeo Life European Sharks coordinato dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn, ha dichiarato: “Guide e fruitori del Banco di Santa Croce Diving sono i veri protagonisti della tutela e della ricerca scientifica: in modo gratuito e volontario stanno fornendo alla scienza informazioni uniche su una specie protetta come l’aquila di mare”.

I dati, raccolti in maniera sistematica, rappresentano una risorsa preziosa per la ricerca marina. Le attività di immersione, oltre all’osservazione diretta, comprendono anche azioni di tutela, come la rimozione di lenze e reti abbandonate in un’area in cui la pesca è espressamente vietata.

Cosa stanno scoprendo i sub sulle aquile di mare nel golfo di Napoli

Oltre alla bellezza e all’importanza ecologica dell’habitat, le ultime rilevazioni sembrano suggerire un altro aspetto fondamentale: alcuni esemplari femmina mostrano segni evidenti di gravidanza avanzata, accompagnati da comportamenti riconducibili all’accoppiamento. Questo ha portato gli esperti a formulare nuove ipotesi sul ruolo del Banco di Santa Croce nel ciclo vitale della specie.

Eleonora de Sabata ha aggiunto: “Grazie a documentazioni come quella di questi giorni, ipotizziamo con sempre maggiore certezza che si tratti di un’area di riproduzione. I sub hanno infatti documentato tentativi di accoppiamento e diverse femmine, osservate nelle ultime settimane, mostrano chiaramente segni di gravidanza molto avanzata. In questa specie, infatti, i piccoli si sviluppano interamente all’interno del corpo materno”.

Il lavoro dei sub che agiscono su base volontaria, si inserisce nel più ampio quadro della citizen science, ossia la partecipazione attiva di cittadini nella raccolta di dati utili alla ricerca scientifica e in questo caso, il loro contributo sta fornendo osservazioni dettagliate su una specie poco conosciuta, aiutando a comprendere meglio le sue abitudini e i luoghi fondamentali per la sua sopravvivenza.