Alpi di Siusi, protesta contro l'overtourism: scritte sulla neve
Sulle nevi dell'Alpe di Siusi sono apparse scritte contro l'overtourism, un chiaro segnale di protesta contro il turismo eccessivo nelle Dolomiti
L’Alpe di Siusi, una delle località montane più suggestive dell’Alto Adige, è tornata al centro del dibattito sull’overtourism a causa di un gesto simbolico che riflette il crescente malcontento per l’eccesso di turismo e le sue ripercussioni sugli ecosistemi alpini.
Alpe di Siusi e turismo di massa: perché la protesta sulla neve?
Nella notte del 4 febbraio, ignoti hanno tracciato sulla neve un messaggio inequivocabile: “too much”, che tradotto dall’inglese significa “troppo”, ripetuto tre volte e ben visibile dagli impianti di risalita. Un chiaro monito sulla pressione sempre più intensa che grava su queste montagne. L’Alpe di Siusi, celebre per la sua bellezza incontaminata, da tempo affronta un flusso turistico crescente, che rischia di alterarne il delicato equilibrio naturale.
La protesta recente non è un episodio isolato: già in passato, altre manifestazioni avevano espresso la stessa preoccupazione. A Ferragosto, ad esempio, alla stazione della funivia di Soprabolzano era comparsa la scritta “priority”, per reclamare una corsia riservata a residenti e pendolari. Un’iniziativa che, alla fine, ha portato a una modifica della viabilità.
L’episodio è un segnale forte di un disagio diffuso, che non può essere ignorato. Se da un lato il turismo rappresenta una risorsa fondamentale per l’economia locale, dall’altro è essenziale trovare modelli sostenibili, per garantire che la montagna rimanga un luogo di bellezza autentica e paradisiaca e non un’attrazione sovraffollata.
Dolomiti e overtourism: cosa c’è da sapere
L’incremento del turismo nei periodi di alta stagione ha trasformato questi luoghi in scenari affollati, spesso con impatti negativi sulla natura e sulla vivibilità per chi abita la zona. Il fenomeno dell’overtourism, infatti, non riguarda solo l’Alpe di Siusi, ma interessa molte località montane italiane, dalle Dolomiti alle Tre Cime di Lavaredo, dove negli ultimi anni sono state avviate discussioni sulle limitazioni per preservare il territorio.
Di recente, il caso di Roccaraso, gettonata località sciistica dell’Appennino, situata tra il Parco della Maiella e il Parco Nazionale d’Abruzzo, ha mostrato gli effetti del turismo incontrollato: migliaia di persone hanno invaso la località in un solo giorno, causando congestioni stradali e difficoltà nella gestione dei flussi turistici. Una situazione che ha richiesto persino una seduta d’urgenza del comitato per l’ordine pubblico.
Questo tipo di emergenze nasce da diversi fattori, tra cui promozioni turistiche aggressive, pacchetti low-cost e l’effetto social media, che incentivano un turismo “mordi e fuggi” spesso privo di consapevolezza ambientale. L’affollamento delle montagne non solo altera l’esperienza di chi visita questi luoghi per la loro bellezza naturale, ma incide anche sull’equilibrio ecologico.
Nel caso delle Dolomiti, la Fondazione Dolomiti UNESCO ha recentemente pubblicato un documento per sensibilizzare le istituzioni e il pubblico sulla necessità di regolamentare l’afflusso turistico. Tra le proposte, si parla di monitoraggio dei flussi, regolamentazione degli accessi e una maggiore attenzione nella comunicazione turistica, per evitare che queste aree vengano percepite come semplici “parchi giochi”.
L’incremento dell’overtourism nei territori montani è una sfida complessa, che richiede un equilibrio tra sviluppo economico e tutela ambientale. Diverse amministrazioni locali stanno valutando strategie per ridurre l’impatto, tra cui contingentamento degli ingressi, tariffe di accesso differenziate e sensibilizzazione dei turisti.
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